29 marzo 2014

Asiatici, Alieni e Fantascienza


Gli alieni hanno distrutto città e terrorizzato gli umani nel regno della fantascienza per quasi un secolo, ma secondo un professore di Binghamton, le origini di queste creature sono più razziste che extraterrestri. In una conferenza tenutasi il 26 marzo 2014 e dal titolo “Asiatici, Alieni e Fantascienza“, il professore assistente nel Dipartimento di Studi Americani e Asiatici John Cheng ha dettagliato come agli inizi la fantascienza venne plagiata dalle rappresentazioni razziste di asiatici nella cultura americana nei secoli Diciannovesimo e Ventesimo. Secondo Cheng, le preoccupazioni circa la massiccia immigrazione di asiatici negli Stati Uniti d’America nel Diciannovesimo secolo portò alla paura pervasiva del “pericolo giallo“, e molti americani temettero la “invasione delle orde asiatiche“. Gli immigrati cinesi furono spesso raffigurati nella cultura popolare come operai muti, incapaci perfino di capire perché la carne era meglio del riso. Nel Ventesimo secolo, questi timori si trasformarono nel tropo (da Wikipedia: fatto retorico caratterizzato da trasposizione di significato) che Cheng chiama “Genio Orientale Maligno“, che, attraverso la sua padronanza della matematica e della scienza, controllava l’orda asiatica invasiva al fine di rovesciare la cultura americana. Cheng ha illustrato le analogie tra la visione bigotta degli immigrati “invasori” asiatici e la rappresentazione degli alieni che vengono a invadere la Terra. Abbiamo forti collegamenti con gli alieni, ma perché sono sempre minacciosi e invasori? È perché è da lì che i tropi provengono“, ha affermato Cheng. Cheng ha indicato due esempi di cattivi altamente razziali nella fantascienza. In un fumetto del 1928 chiamato “Armageddon 2419“, l’eroe Tony Rogers, che sarebbe poi diventato il personaggio di Buck Rogers, si risveglia dopo 500 anni per scoprire che il mondo è ormai governato dai “Signori dell’Aria di Han“, e si unisce alla resistenza dei combattenti in una guerra “tra le razze bianche e gialle nella seconda guerra di indipendenza americana“. Cheng ha anche sottolineato il fumetto di Flash Gordon del 1934, destinato a competere con l’esclusivo Buck Rogers, dove il cattivo è un alieno giallo di nome Ming lo Spietato. Egli è il capo del pianeta Mongo e indossa vesti mandarino tradizionali. Quindi se gli asiatici sono quelli con la tecnologia superiore, come si fa a mantenere la supremazia bianca?” domanda Cheng. “La soluzione è quella di farli diventare extraterrestri“. Secondo Cheng, la parola “alieno” come termine che indica un essere extraterrestre non arrivò nell’uso popolare fino a dopo la Seconda Guerra Mondiale. In precedenza, fu applicato il termine “marziano“, oppure gli antagonisti erano semplicemente animali o insetti provenienti dallo Spazio. Cheng ha affermato che la parola “alieno” ha implicazioni fortemente razziali, perché fu utilizzata, nello stesso periodo, per indicare l’esclusione asiatica nel Ventesimo secolo. Alcuni immigrati asiatici furono classificati come “alieni non ammissibili per la cittadinanza“. Il punto della discussione sul motivo per cui gli asiatici dovettero essere esclusi era perché gli asiatici erano così fondamentalmente diversi dagli americani e quindi non dovevano restare nella nazione“, ha detto Cheng . “Diventa una versione spaziale di una sopravvivenza razziale del più forte“.
Egli ha osservato che, sebbene gli scrittori di fantascienza e gli artisti avevano quasi nessun limite su come rappresentare gli alieni, eppure questi venivano sempre rappresentati come relativamente umani, e spesso asiatici. Gli artisti vennero plagiati da immagini provenienti dalla rivista “Villain Serial“, dal 1935 e il 1936 come quelle di “The Mysterious Wu Fang” e “Dr. Yen Sin“, copertine che di solito raffiguravano un nefasto uomo asiatico vestito in abito tradizionale Manchu intento a mettere in pericolo una donna bianca. La maggior parte delle persone dice che la fantascienza non è razziale, perché immagina cose provenienti da altri mondi, ma le persone stanno utilizzando la razza“, ha detto Cheng. Eric Lee, un giovane doppio laureando in storia e di studi medievali, pensa che alcuni stereotipi sugli asiatici siano ancora diffusi nella cultura popolare di oggi. Penso che sia altamente commercializzato da Hollywood“, ha detto Lee. “Non possono consapevolmente sapere questo, ma sono tuttavia nella fase di attiva partecipazione della commercializzazione degli stereotipi“. Cheng è l’autore del libro Astounding Wonder“, sulla fantascienza in due guerre in America.



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