Ebbene sì: la NASA vuole cercare la vita nel cosmo, quella intelligente, quella- per intenderci- evoluta e tecnologica, con la quale poter entrare in contatto. E con batteri o microorganismi- fino ad oggi indicati come i nostri unici potenziali vicini di casa, magari su Marte o sulle lune di Giove e Saturno- non si comunica. Ecco perché l’ente spaziale americano spera di trovare le tecno-firme lasciate da una qualche civiltà dello spazio. Nulla di nuovo, lo sapevamo già, ma è bene ogni tanto ribadire il concetto: è la scienza, adesso, e non la fantascienza, a pensare che potremmo non essere l’unica specie intelligente dell’universo.
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