31 agosto 2015

E SE GLI UFO FOSSERO ENTITÀ BIOLOGICHE CAPACI DI VIVERE NELLO SPAZIO INTERSTELLARE? L'AFFASCINANTE TEORIA DEGLI "ZEROID"

E se invece di navi spaziali aliene, alcuni UFO fossero esseri viventi che normalmente popolano il vuoto cosmico? "Zeroid" è il termine generico utilizzato per queste ipotetiche creature che potrebbero abitare i remoti recessi dello spazio interstellare.L'habitat di queste creature sarebbe caratterizzato da temperatura e pressione atmosferica pari a zero. Tutti i dettagli di un'affascinante teoria.I biologi sono convinti che lo spazio cosmico, a causa dell'assenza di pressione e della temperatura prossima allo zero assoluto, non sia adatto alla nascita e allo sviluppo della vita. Ma Vitalii Iosifovich Goldanskii, professore presso l'istituto di chimica fisica Nikolai Nikolaevich Semenov, e membro dell'Accademia delle Scienza della Russia, in un articolo pubblicato nel 1997 su Pure and Applied Chemistry, sosteneva la possibilità che apprezzabili quantità di materiale prebiotico potrebbero accumularsi nelle regioni circostanti le nebulose o le gigantesche nubi di gas che stazionano nell'universo. Con il passare del tempo, tale materiale, per le stesse leggi che hanno consentito la nascita della vita sul nostro pianeta, potrebbe essersi evoluto in qualche forma di vita, adattandosi a condizioni di vita estreme come quelle dell'universo. Non deve stupire che la vita possa svilupparsi in condizioni ambientali così avverse. Anche sul pianeta Terra si conoscono forme di vita capaci di vivere in habitat naturali fino a poco tempo fa considerati ostili alla vita.
Basti pensare ai batteri estremofili, organismi capaci di sopravvivere a temperature e pressioni inimmaginabili. L'ultima scoperta in questa direzione è quella fatta da Hans Roy, dell'università danese di Aarhus. Il ricercatore ha portato alla luce alcuni batteri che sono rimasti sepolti "vivi" per 86 milioni di anni nelle profondità dell'oceano. A sostegno della teoria dell'astrofisico russo, va detto che già decine di composti organici sono stati identificati nello spazio, quali alcune formaldeidi, l'acido cianidrico e addirittura la cellulosa. Per farla breve, là fuori ci sarebbe un'abbondanza di elementi organici tali da consentire l'evoluzione della vita anche nella forma di "zeroids". Considerando che il nostro universo ha un'età di quasi 14 miliardi di anni (miliardo più, miliardo meno), è addirittura ragionevole pensare che gli zeroids potrebbero essere state le prime forme di vita apparse nel cosmo. Con un arco di tempo così ampio a loro disposizione, gli zeroids potrebbero aver attraversato diversi stadi evolutivi, sviluppandosi in unità biologiche microscopiche, oppure avere dimensioni gigantesche. Anche la loro morfologia potrebbe variare da forme molto semplici ad altre estremamente complesse. Secondo l'astrofisico russo, tali organismi avrebbero la capacità sia di vivere singolarmente che in vaste colonie. Sebbene sia da escludere lo sviluppo di una morfologia umanoide, altrettanto non si può escludere che possano aver sviluppato un'intelligenza simile alla nostra, se non addirittura superiore. Il sostentamento di alcuni zeroids potrebbe essere garantito dalla presenza di nubi i polvere e gas interstellare. Per altri, invece, potrebbe valere la legge classica della preda e del predatore. Teoricamente, potrebbero vivere in qualunque punto dello spazio, sia all'interno che all'esterno delle galassie. Dotati di mobilità e intelligenza, questi mastodontici esseri vagherebbero nello spazio alla ricerca di cibo, brucando l'atmosfera dei pianeti, compresa la nostra, in cerca di nutrienti ed essere scambiati per navi spaziali aliene dalla popolazione e dagli strumenti. Alcuni zeroids potrebbero rimanere uccisi dall'attrito con l'atmosfera terrestre, riducendo il corpo delle povere creature in sfere di fuoco prima, e in cenere e gas poi. Altri, invece, potrebbero aver sviluppato una sorta di scudo protettivo naturale - solido o elettromagnetico - che permette loro di attraversare tranquillamente la nostra atmosfera in cerca di cibo. E questi sarebbero alcuni di quelli che noi chiamiamo UFO! In realtà ci sarebbero esistono diverse immagini che potrebbero dare qualche indizio a sostegno dell'affascinante teoria. Nel 1976, nella regione di Cluj-Napoca, Romania, si materializzò quello che sembrava essere una "sfera di luce vivente" che mostrava un comportamento decisamente animale! Le fotografie scattare all'entità hanno superato tutti i test di autenticità. Un altro caso, invece, risale al 1978, nella British Columbia. La ricercatrice Dorothy Wilkinson scattò la prima di una lunga serie di immagini che mostrano delle bizzarre stringhe simili a forme di luce e che somigliano ad una sorta di "vermi spaziali"! Una strana foto è conservata nell'archivio fotografico della NASA. A riprendere l'immagine è stato l'equipaggio della missione Shuttle STS-105, lanciata in orbita il 10 agosto 2001 dal Kennedy Space Center La fotografia sembra mostrare la sagoma di quello che ha tutta l'area di essere un serpente che "nuota" sul bordo dell'atmosfera terrestre. Cosa potrebbe essere? E' difficile stabilire le dimensioni dell'oggetto dato che non si conosce a quale distanza sia stata scattata la foto. [Vedi immagine originale Nasa]. Un altra immagine intrigante è stata scattata nel 2003 dagli astronauti in missione sulla Stazione Spaziale Internazionale, nella quale si intravede una strana forma gigante sullo sfondo che ha tutta l'area di essere un UFO, cioè un oggetto volante (in questo caso, orbitante) non identificabile. L'impressione che si ha nell'osservare l'oggetto è quella di trovarsi di fronte ad una sorta di veicolo biomeccanico.


Fonte: http://www.antikitera.net

30 agosto 2015

Australia. Ricercatori Ufo Cercasi

Australia. Troppi Ufo. Si cercano volontari per realizzare un grande archivio e convincere le persone a rilasciare una testimonianza scritta degli avvistamenti. Ormai è un dato accertato. L’Australia è la terra degli Ufo. Migliaia di avvistamenti all’anno e una notizia incredibile: l’Air Force australiana avrebbe archiviato e secretato più di 10.000 testimonianze fino ad essere costretta a fermarsi per l’impossibilità di gestire un documentazione del genere.
Ora, però, c’è chi si sta organizzando. Keith Basterfield, uno dei maggiori studiosi di Ufo del Paese, ha raccontato alla stampa, che diverse organizzazioni locali stanno tentando di confederarsi per realizzare il più grande archivio di avvistamenti del mondo.
“L’obiettivo è semplice – dice Basterfield – dobbiamo poter visionare e studiare tutte le segnalazioni per poterci avvicinare alla verità. Sappiamo bene che nel 95 per cento dei casi gli avvistamenti sono spiegabili, ma ci son notizie, documenti, immagini che vanno veramente oltre ogni fantasia. E che lasciano senza fiato. Solo raccogliendo tutto questo materiale potremo finalmente capirci qualcosa”.
Basterfield è determinato e ha lanciato un appello: “abbiamo bisogno di volontari, per gestire gli archivi, ma anche per convincere le persone a rilasciarci testimonianze scritte che possano essere catalogate. In Australia c’è un atteggiamento sbagliato nei confronti di chi segnala un oggetto non identificato. Vengono messi alla berlina. Bisognerebbe riprendere il modello francese. Lì agenti di polizia seguono direttamente ogni avvistamento, intervistano i testimoni, e prelevano i campioni se ce ne sono. Poi il materiale più attendibile viene girato alla NASA per una valutazione. Solo dopo un’attenta analisi scientifica il governo francese pubblica i dettagli su Internet, rendendo le testimonianze disponibili a tutti i cittadini. Bisognerebbe fare così, magari prevedendo anche dei finanziamenti, o delle sponsorizzazioni di privati, per un progetto più strutturato”.
Dal governo nessuna risposta. E c’è chi contesta a Basterfield una visione troppo ottimistica e buonista del rapporto tra la Nasa e il mondo degli appassionati di Ufo.
“In America – dicono i detrattori dello studioso – non amano parlare di Ufo. Basti pensare che proprio la Nasa starebbe cancellando decine di avvistamenti registrarti sulla stazione spaziale Iss. Alla fine di giugno, un video girato a bordo, mostrava oggetti non identificati uscire l’atmosfera terrestre. La NASA interruppe la trasmissione in diretta che pure era seguita da migliaia di utenti online”.

Fonte: http://gialli.it

29 agosto 2015

Arriva “Il Marziano”, ma solo al cinema

Angosciante e spettacolare. L’ultimo film di Ridley Scott arriverà nei cinema il prossimo ottobre e già si preannuncia un successo. Il regista di “Alien” e “Prometheus” torna al genere fantascienza, ma questa volta punta tutto su Marte, possibile prossima frontiera dell’esplorazione spaziale. Ma si sa, Hollywood anticipa sempre i tempi e così sul grande schermo la prima missione umana sul Pianeta Rosso è già una realtà- anche se non proprio fortunata.

“The Martian” ( “Sopravvissuto” nella versione italiana) si ispira al racconto “L’uomo di Marte” di Andy Weir. Protagonista, Mark Watney, un astronauta interpretato da Matt Damon che durante una tempesta di sabbia viene abbandonato dai compagni sul suolo marziano. Tutti lo danno per spacciato, ma lui non cede: nel rifugio in cui si ripara, con scorte sufficienti per appena un mese, inizia la sua lotta per la vita. Quando riesce a comunicare con la Terra che è ancora vivo, scatta la rischiosissima operazione per riportarlo a casa.
Insomma, una trama che fonde “Gravity”, “Cast away” e “Salvate il soldato Ryan”. Di certo, conquisterà il pubblico e riaccenderà i riflettori sulla possibilità di inviare un equipaggio su Marte. Lo sperano i promotori del movimento “Explore Mars” , un’organizzazione che vuole sensibilizzare l’opinione pubblica e il mondo della politica sul progetto ambizioso ma fattibile, anche con l’attuale tecnologia. Due dei fondatori, Chris Carberry e Rick Zucker, hanno scritto un accorato appello- pubblicato dalla rivistaThe Space Review- invitando i loro sostenitori ad usare l’ impatto emotivo che il film di Scott susciterà per promuovere la prima missione umana sul pianeta.
Secondo i due attivisti di Explore Mars, il momento è politicamente favorevole: gli Stati Uniti stanno entrando nella lunga campagna elettorale che porterà- nell’autunno 2016- all’elezione del nuovo inquilino della Casa Bianca. “Non ci aspettiamo un nuovo “momento Kennedy” dal prossimo Presidente- hanno scritto- ma abbiamo bisogno di un Presidente che abbia la volontà e la capacità di lasciare un segno nel futuro. Tale segno non arriverà schiacciando il tasto reset sul programma spaziale, ma con gliinvestimenti… sfidando la NASA, l’industria, il commercio e i nostri partner internazionali a promuovere un chiaro piano per mandare l’Uomo su Marte. È uno dei pochi argomenti che non è vincolato alla logica di parte della politica… Sarebbe, invece, un’enorme opportunità per il prossimo Presidente e il prossimo Congresso, da entrambi i lati dello schieramento, di lavorare insieme per il bene comune.”
I progetti già esistono. C’è quello di MarsOne, che sta procedendo alla selezione dei futuri astronauti dopo il casting effettuato sul web: la società olandese assicura che il piano procede senza intoppi e che nel 2026 i primi pionieri partiranno per raggiungere il suolo marziano. Proclami accolti con estremo scetticismo dagli ambienti scientifici. E poi, molti dubitano che il gruppo privato riuscirà mai a raccogliere i fondi necessari per la costosissima impresa. Ma il denaro sembra l’ostacolo principale anche per l’ente spaziale americano.
I continui tagli alla spesa pubblica decisi dal Congresso hanno colpito in modo pesante anche la NASA. Lo scorso maggio, il suo direttore, Charles Bolden, ha dato l’allarme: la carenza di fondi mette a repentaglio le iniziative più importanti, come appunto la spedizione su Marte. “Le priorità per la NASA, incluso il nostro obiettivo di inviareastronauti americani su Marte nel 2030, ha sempre ottenuto un sostegno bipartisan”, ha detto in quella occasione Bolden.
Poi ha aggiunto: ”Purtroppo, ciò ora rischia di essere fermato, rinviato o anchecancellato dalla Legge di Bilancio come è attualmente scritta. Potrebbe costarci posti di lavoro e opportunità, oltre che il progresso in determinati ambiti, come il lancio di equipaggi in voli spaziali, il nostro viaggio su Marte e la nostra capacità di rispondere ad emergenze come terremoti, uragani e cambiamenti climatici.” Basterà un film di successo al botteghino a far cambiare idea al Congresso? Sicuramente no, ma potrebbe aiutare a creare un clima favorevole e a promuovere ildibattito sulla missione marziana. Tv, giornali, web con i loro articoli e commenti potrebbero accendere tanto l’entusiasmo del pubblico quanto l’ orgoglio patriottico nazionale.
Essere i primi, eccellere in ogni campo- specie in quello tecnologico- è sempre piaciuto a Washington fin dai tempi della gara con Mosca per la conquista della Luna. Parafrasando una nota battuta attribuita ad un ingegnere della NASA durante la crisi dell’Apollo 13, potremmo dire: “Farsi battere dagli Olandesi non è un’opzione”. Anche su Marte deve sventolare, per prima, una bandiera a Stelle e Strisce…

SABRINA PIERAGOSTINI



Fonte: http://www.extremamente.it


24 agosto 2015

BAMBINO NATO CON LE STIGMATE

Bambino nato con le stigmate. Quando in rete si trovano notizie che riguardano le religioni, o argomenti che le riguardano così da vicino, è d’ obbligo la prudenza, e un approccio all’ argomento il più serio possibile. Ed è proprio il caso della notizia che ho trovato in rete ( anche se risale a qualche mese fa ), e che mi accingo a raccontarvi così come l’ ho trovata in rete, lasciando a voi ogni valutazione, visto che sull’ argomento tra scettiscismo, e casi complessi, la storiografia sull’ argomento è numerosa. Il bambino filippino è nato al ” Quezon City General Hospital ” ecco la notizia:– Jejomar Castillo, nato la mattina del 15 marzo 2015, pesa 3,2 chilogrammi ed è afflitto da strane ferite sul volto, mani e piedi. Queste sorprendenti piaghe sono quasi identiche alle famose ferite subite da Gesù alla testa dopo essere stata cinta da una corona di spine e altre ferite provocate dalla crocifissione.

Secondo uno dei massimi esperti di microbiologia del paese, Ph.D. Merlyn Cruz, il ragazzo soffre di una sindrome molto rara che provoca sulla pelle una porpora localizzata caratterizzata da strane macchie rosse o viola.

“Devo ammettere che questo è un caso eccezionale”, afferma il dottor Cruz.
“Solo una manciata di casi simili sono stati registrati nel corso della storia, ed è la prima volta che questa sindrome si manifesta su un bambino. Inoltre le nostre conoscenze scientifiche circa la sua patologia sono ancora molto scarse. Stiamo facendo una serie di test per determinare che cosa sono realmente queste piaghe e da che cosa sono state provocate “. Queste piaghe sanguinano regolarmente e sembrano incapaci di guarire completamente.-

P.S. Ci troviamo davanti a tutta una serie di ” segni ” come parlavano i maya, di un ” CAMBIAMENTO ” imminente? Intanto sul bambino è calato il silenzio dei media……..Siamo nella norma……

Fonte: http://misteryworld.altervista.org

23 agosto 2015

Caccia allo Yeti in Pakistan: Messner rinuncia

Voleva trovare la conferma che lo Yeti esiste e non è una creatura leggendaria. Voleva mettersi sulle sue tracce e catturare un esemplare vivo, per farlo poi sottoporre a tutti gli esami possibili. Voleva, a 70 anni suonati, tornare sulle prime pagine di tutto il mondo per un’altra impresa straordinaria. Ma ha dovuto lasciar perdere: Reinhold Messner, il Re degli 8 mila metri, è stato costretto a far marcia indietro.

IL RE DEGLI 8 MILA METRI, REINHOLD MESSNER

La spedizione scientifica di cui fa parte lo scalatore altoatesino era diretta sull’ Himalaya pakistano. Una zona ad alta concentrazione talebana: tra quelle cime inaccessibili ai più, si nascondono molti ribelli ed estremisti islamici. Per questo, la segretezza era un requisito indispensabile per garantire la sicurezza dei componenti della missione. Peccato che la notizia sia trapelata e che il quotidiano austriaco Tiroler Tageszeitung l’abbia pubblicata.

una frase pronunciata da Messner nel 1996 ( “A casa ho una zampa e parte della pelliccia dell’ Uomo delle Nevi”) il giornale, nella sua versione online, scrive: “Venti anni dopo, lo Yeti interessa ancora all’alpinista di fama mondiale, ma stavolta in un contesto altamente scientifico. Attualmente, il 70enne è con un team di genetisti inglesi in Pakistan per scovare lo Yeti”.

Il Tiroler Tageszeitung riporta però anche una dichiarazione di Reinhold Messner che sembra molto recente. “I ricercatori vogliono dimostrare che questa specie è un ibrido tra l’orso polare e l’orso bruno. E io mostrerò loro dove vivono questi animali in modo che possano essere prelevati dei campioni di sangue”, recita il virgolettato. Proprio come se il giornalista avesse sentito personalmente lo scalatore poco prima della partenza.

LA PRESUNTA IMPRONTA DI UNO YETI NELLA NEVE


Ma oggi, ad articolo pubblicato, la sua reazione è stata stizzita. “Tutto è statoannullato, perché chi non doveva sapere della spedizione evidentemente ora ne è venuto a conoscenza”, ha detto all’ANSA che lo ha contattato. Non li nomina espressamente, ma il riferimento ai Talebani, ai Signori della Guerra autori di rapimenti, attentati e omicidi, è ovvio. Messner non ha voluto rivelare dove si trovi in questo momento, ma ha assicurato: “Resto comunque a disposizione di questo interessante progetto.”

A dimostrare la probabile, vera natura dello Yeti- detto anche “l’Abominevole Uomo delle Nevi”, una figura normalmente ritenuta solo un parto della fantasia- è stato di recente il famoso genetista britannico Bryan Sykes. Confrontando il genoma di alcuni campioni scoperti sull’Himalaya con il materiale genetico conservato nel database GenBank, ha scoperto una corrispondenza con il DNA di un antico orso ormai estinto che viveva in Europa fino a 40 mila anni fa. Epoca nella quale si sarebbero divise le due sottospecie dell’orso polare e dell’orso bruno.

L’ipotesi Yeti=plantigrado, in realtà, l’aveva già avanzata l’alpinista italiano alcuni decenni fa, dopo aver visto con i propri occhi- almeno due volte- la misteriosa creatura sul Tetto del Mondo durante le sue scalate. Ecco perché il team scientifico- al quale si è unita anche una troupe televisiva- gli ha chiesto di prendere parte alla caccia. “Non sono uno scienziato, ma durante le mie spedizioni ho raccolto numerosissime informazioni sullo Yeti, che volentieri metto a disposizione dei ricercatori”, ha sottolineato nell’intervista all’ANSA.

IL GENETISTA BRYAN SYKES

Ma sarà per la volta prossima. Per ora, la missione è sfumata dopo la fuga di notizie, per evitare eventuali attacchi da parte dei Talebani. Reinhold Messner non si è mai tirato indietro di fronte alle pareti più scoscese e rischiose del mondo. Non ha avutotimore quando si è trovato a tu per tu con lo Yeti, scimmione o orso che sia. Ma di fronte a questi esemplari della specie umana- in assoluto, la più pericolosa del creato- ha dovuto alzare le mani e rinunciare.

SABRINA PIERAGOSTINI

Fonte: http://www.extremamente.it

17 agosto 2015

Oggetto sferico ripreso dalla Stazione Spaziale Internazionale,il 30 Giugno

Si ritorna a parlare della Stazione Spaziale. Lo scorso 30 Giugno la ricercatrice nonché collaboratrice del Centro Ufologico Siciliano effettua una panoramica della ISS, scoprendo una strana anomalia. Le foto sono state riprese da Claudia Urrata in cui vediamo un oggetto sferico che esce dall'atmosfera terrestre inoltrandosi nello spazio profondo. Non è la prima volta è non sarà neanche l'ultima di vedere strani oggetti volanti non identificati intorno all'ISS. 








Di Salvatore Giusa e da Claudia Urrata

Un oggetto volante a forma di diamante avvistato in prossimita’ del vulcano Colima, Messico


Per molti anni la comparsa di strani oggetti volanti non identificati in prossimità dei vulcani attivi ha suscitato sempre un particolare interesse da parte dell'opinione pubblica e della comunità scientifica che ha fornito diverse ipotesi.


Alcune teorie sostengono che questi oggetti sono soliti manifestarsi prima, durante, e dopo le eruzioni vulcaniche. 
I ricercatori ritengono che la forza elettromagnetica concentrata nel luogo, probabilmente attrae questi strani oggetti volanti. Considerando che il Popocatepelt è il settimo vulcano più pericoloso del mondo, molti avvistamenti sono stati segnalati in questa remota località del Messico. Ad avvalorare tale teoria, e' la comparsa di un altro straordinario oggetto volante a forma di diamante filmato lo scorso 15 luglio 2015 dalle telecamere Live che monitorano l'attività del vulcano Colima, le cui immagini sono disponibili sul sito webcamsdemexico.
Guardando alcune immagini archiviate, l'utente di YouTube Streetcap1 si e' imbattuto accidentalmente con una strana e interessante anomalia rappresentata da uno scuro dispositivo volante dalla forma romboidale. In effetti, un oggetto simile (UFO a forma di diamante) è stato segnalato all'inizio di quest'anno da Jesus Armando Castaneda, un residente della città di Tepotzotlán, Messico. Collegamento all'immagine originale di webcamsdemexico: http://webcamsdemexico.net/colima1//2015-07-15/xga/1805.jpg Fonte di riferimento: extranotix


Fonte: http://misteroufo.blogspot.it


Il primo Ufo? A Genova, nel 1608



A Ferragosto si parla di Ufo. E’ inevitabile. Un po’ come a Natale coi fantasmi. Sarà la sbornia di stelle cadenti o la possibilità, finalmente, di guardare un cielo pulito, ma l’argomento più gettonato sembra proprio quello degli Oggetti Volanti.  Quest’anno la discussione è tutta incentrata sul primato negli avvistamenti. Dove è stato visto il primo Ufo? Il settimanale Panorama non ha dubbi. In Canada. Nel 1792. I nostri lettori ci fanno notare che sarebbe invece Genova la città del primato assoluto. Era il 5 agosto 1608.  Son quelle notizie che rischiano di scatenare una polemica infinita.
Sgombriamo subito il campo da un equivoco. Sappiamo benissimo che ci sono segnalazioni di ‘oggetti luminosi’ in Grecia nel 343 a. C. (la ‘torcia ardente’ di Timoleone a Corinto), nell’antica Roma (clypeus ardens), in India (riferimenti si trovano negli antichi poemi epici indiani), e che pure Carlo Magno vide un Ufo nel 776. Ma questa è un’altra storia. Qui si parla di primati più recenti. Quelli ‘documentati’, quelli che possiamo ‘leggere’ anche noi. Quelli dell’ultimo Millennio. E su questo arco i tempo non ci sono dubbi: “E’ l’Italia la patria degli Ufo. Altro che Canada”. Dicono i nostri lettori inferociti. Ma che cosa è accaduto il 5 agosto 1608? Francesco Manzo, studioso di Ufo e nostro vecchio lettore ci racconta: “Il caso di Genova non è affatto sconosciuto. Chiunque abbia studiato la storia di questi avvistamenti si è imbattuto in quella cronaca”. Ci sarebbe, insomma, un manoscritto provenzale tradotto da un altro studioso della materia, Giorgio Pattera, nel quale si legge che “A tramonto del 5 Agosto 1608, gli abitanti di Nizza e Genova videro comparire in cielo tre forme luminose che si muovevano velocemente, puntando su Nizza. Appena arrivati Giunte sulla fortezza, le luci si fermarono di colpo e scesero lentamente, compiendo delle evoluzioni che le portarono praticamente a pelo d’acqua. Sul mare”. Le luci, si legge nel manoscritto avevano una forma piatta e allungata e recavano un ‘pennone’ al centro. Che dovrebbe essere una sorta di antenna. Emanavano una luce arancio/ocra. La cronaca è datata 1608. Si badi bene. E non potevamo non riportarla. Con buona pace dei canadesi e dei loro 2000 Ufo all'anno!

Fonte: http://gialli.it

Usa, astronauta dell'Apollo 14 rivela: "Gli Ufo ci hanno salvato dalla guerra"

Edgar Mitchell, il sesto uomo a camminare sulla superficie della Luna, è certo che è grazie all'intervento provvidenziale degli alieni che il mondo non è stato distrutto da un conflitto nucleare.
Da "E.T." a "Incontri ravvicinati del terzo tipo", fino a"Ultimatum alla terra", sono tanti i film in cui si racconta diextraterrestri amici che vengono a visitare la terra per conoscere e comprendere l'uomo e la sua cultura. Più realtà che fantasia, secondoEdgar Mitchell, uno dei piloti che salirono a bordo dell'Apollo 14. Ilsesto uomo che ha camminato sulla superficie della Luna ha detto al Mirror di essere convinto che furono gli alieni a evitare che scoppiasse la guerra nucleare tra Russia e Stati Uniti.Un'idea assurda? Mitchell assicura che fonti militari hanno avvistato strani oggetti volanti che facevano rotta sulle basi missilistiche statunitensi e sulla base Nasa White Sands in New Mexico, il sito del primo test nucleare eseguito nel 1945. "Volevano sapere quali fossero le nostre potenzialità militari - ha detto l'astronauta -. Sono certo che quegli esseri extraterrestri stavano tentanto di fermare la guerra e di aiutarci a vivere in pace". Insomma, gli alieni esistono davvero? E ci sono amici? 
Mitchell, che è cresciuto vicino al Roswell site in New Mexico, noto per lo schianto di un oggetto non identificato (un Ufo?) che risale al 1947, ha poi riferito di aver sentito racconti molto significativi da diversi ufficiali dell'Air Force. "Mi hanno detto che era frequente avvistare Ufo nel cielo e che spesso questi disabilitavano i loro missili. Altri ufficiali delle basi sul Pacifico mi hanno raccontato che i missili sono stati più volte colpiti con proiettili lanciati da oggetti alieni".

Fonte: http://www.tgcom24.mediaset.it

11 agosto 2015

Extraterrestri pazzi per Varese Dagli anni ’40 un viavai da record


Anche il Sole 24 Ore ricorda il mitico avvistamento di Abbiate Guazzone. Protagonista, un impiegato. L’uomo disse d’aver assistito alla “riparazione” di un asteroide. Dal dopoguerra a oggi quasi 150 visite

VARESE Extraterrestri su Varese, 70 anni di avvistamenti e contatti, che fanno della nostra provincia una delle più “battute” dagli alieni. Centinaia i contatti e le apparizioni in cielo denunciate dal nostro territorio. Il primo episodio che fece scalpore risale al 24 aprile del 1950, ben 65 anni fa, quando ad Abbiate Guazzone, frazione di Tradate, si verificò uno dei fenomeni Ufo più clamorosi di sempre, secondo le cronache ufologiche, ricordato domenica su “Il Sole 24 Ore”.
Il protagonista fu Bruno Facchini, stimato impiegato in una società di ingegneria, che assistette in prima persona alle riparazioni, da parte di “umanoidi” non meglio identificati, di un disco volante atterrato in mezzo alla campagna attorno alla casa rurale di famiglia. 
Facchini, che era uscito per fare i bisogni nella latrina fuori casa, vide un lampo, si mise stivali di gomma temendo che ci fosse un cavo elettrico tranciato, ma notò quattro esseri che, in difficoltà per la forza di gravità, riparavano un mezzo circolare, prima di colpirlo con un fascio di luce. L’uomo raccontò per filo e per segno tutto, descrivendo presunti alieni e disco volante: il giorno dopo sul terreno furono rinvenuti frammenti che, sottoposti a un’analisi, vennero classificati come “metallo antifrizione”. Ma non è stato il primo degli oltre 150 episodi, tra avvistamenti e contatti, che l’ufologo milanese Alfredo Lissoni ha elencato in provincia di Varese tra il Dopoguerra e il 2006.

Fonte: http://www.laprovinciadivarese.it

10 agosto 2015

Un monolite nel mare di Sicilia riscrive la Storia?

Un enorme blocco di pietra lavorato, con tre fori regolari, sicuramente opera dell’uomo. Lo ha scoperto un’equipe di geologi in fondo al mare, nel Canale di Sicilia, dove una volta si trovava un’isola poi sommersa dall’acqua. I ricercatori ipotizzano che risalga a circa 10 mila anni fa e che sia il prodotto di una civiltà sconosciuta.

IL MONOLITE RINVENUTO SUI FONDALI SICILIANI

“Non esiste nessun fenomeno naturale a noi noto capace di produrre queste caratteristiche”, hanno scritto Zvi Ben Avraham, del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Tel Aviv, ed Emanuele Lodolo, dell’Istituto di Oceanografia e Geofisica Sperimentale di Trieste, nell’articolo pubblicato dalla rivista Archeological Science. Il monolite è stato trovato a 40 metri di profondità.
In quel punto, sorgeva l’area della cosiddetta “Pantelleria Vecchia“, un’isola che si trovava a 24 miglia a nord dell’attuale Pantelleria e che venne ricoperta dal mare circa 9500 anni fa. L’intero bacino del Mediterraneo fu radicalmente modificatodall’improvviso aumento del livello del mare provocato dalla fine dell’ultima glaciazione. “Il Canale di Sicilia è una delle zone del Mediterraneo centrale nelle quali le conseguenze del mutamento del livello del mare furono più drammatiche ed intense”, dicono i due studiosi.
Durante l’ Ultimo Massimo Glaciale, il settore nord occidentale – quello più superficiale – del Plateau mediterraneo era collegato alla Sicilia e formava unapenisola separata dalla costa africana da un tratto di mare ampio solo 30 miglia. L’incremento del livello dell’ acqua provocò l’inondazione di gran parte della penisola ad eccezione di alcune alture che, almeno fino al Primo Olocene, formavano unarcipelago con isolette separate da bassi bracci di mare. Una di queste terre emerse era Pantelleria Vecchia.
È qui che un tempo si ergeva quel monolite alto 12 metri ora scoperto sui fondali siciliani. A crearlo, forse quella stessa civiltà che aveva colonizzato l’arcipelago, attratta dal clima e dalla posizione così prossima alle coste africane. Tutto finì in modo drastico verso il 7500 a.C., stando ai modelli relativi al livello del mare post glaciazione elaborati per l’Italia, quando l’acqua sommerse queste piccole isole.

L’AREA IN CUI IL TEAM HA SCOPERTO IL BLOCCO SCOLPITO

“La scoperta rivela l’innovazione tecnologica e lo sviluppo raggiunti dagli abitanti della regione del Canale di Sicilia in età Mesolitica” , ha spiegato Lodola a Discovery News. Quella grande pietra, pesante circa 15 tonnellate e adesso spezzata in due tronconi, era stata ricavata da un unico blocco ed aveva richiesto molta perizia per il taglio, l’estrazione, il trasporto e l’istallazione. Uno sforzo che, per il ricercatore italiano, denota importanti competenze tecniche e capacità ingegneristiche.
Resta da capire a cosa mai sia servito e se fosse un pezzo unico oppure parte di unastruttura più complessa, al pari del Cerchio di pietre di Stonehenge. Gli studiosi pensano che avesse un qualche legame con la vita quotidiana del misterioso popolo dell’isola, probabilmente formato da mercanti e pescatori, e che fosse funzionale ad uno scopo ben preciso. “Forse era una specie di faro per i marinai oppure serviva come sistema di ancoraggio”, ipotizza Lodolo.
Questa nuova scoperta induce a retrodatare, con sempre maggior certezza, l’origine della civiltà umana.”Tutto quello che sappiamo della cultura preistorica deriva dagli insediamenti che si trovano sulla terrra ferma. Tuttavia, un’ampia documentazione archeologica dei primi insediamenti umani giace sui fondali delle piattaforme continentali. Se vogliamo tracciare l’origine della civiltà umana, dovremmo concentrarci sulle aree ora sommerse“, ha sottolineato lo studioso di Trieste.
Un concetto condiviso da Graham Hancock, il noto giornalista scozzese che da anni, con i suoi libri venduti in tutto il mondo, sostiene che in epoche remote doveva esistere una civiltà molto sviluppata a livello tecnologico, distrutta dalle inondazioni che cambiarono l’aspetto del pianeta. Il lontano ricordo di questi popoli sconosciuti avrebbe poi generato il mito di Atlantide o dell’Età dell’Oro, leggende diffuse in tante culture diverse.

NEL DISEGNO, IL PUNTO ESATTO DEL RITROVAMENTO

Sul suo blog, Hancock ha commentato così la notizia che arriva dal mare siciliano: “Crash! Bang! Rumble! Sentite questi suoni? Vagamente? A grande distanza? Appena percepibili tra le grida indignate e gli ululati di protesta? Questi sono i suoni della Casa della Storia che sta collassando e le urla furibonde sono quelle dell’establishment archeologico che sta cercando di soffocare la verità con quegli strepiti”.
A detta dello scrittore britannico, la scoperta nel Canale di Sicilia è solo l’ ultimo indizio dell’inganno perpetrato dagli archeologi in merito alle origini della civiltà e dimostra che la “loro” Casa della Storia ha fondamenta costruite sulla sabbia. Con toni sicuramente meno polemici, gli autori dell’articolo pubblicato da Archeological Science hanno espresso un punto di vista molto simile, affermando: “La convinzione che i nostri antenati fossero privi di conoscenza, competenza e tecnologia per sfruttare le risorse marine o per solcare i mari deve essere progressivamente abbandonata.” Insomma, il nostro passato sembra ancora tutto da riscrivere.

Fonte: SABRINA PIERAGOSTINI e da: http://www.extremamente.it

Paradigm Research Group, aggiornamento del 2 agosto 2015

Pubblicato un importante articolo in luglio dal magazine politico New Republic, parla da sè. Un supporter del PRG ha creato un nuovo sito per fornire accesso a tweets di rilievo e altre informazioni: disclosure.globalE’ disponibile il trailer del nuovo film di Oliver Stone, Snowden, in uscita il 25 dicembre.




Qui trovate anche il trailer promozionale per la campagna di finanziamento del documentario sul lavoro del Dr.John Mack, dal meraviglioso titolo Ariel Phenomenon. La Corte Suprema Amministrativa della Germania, a Leipzig, ha ordinato al governo tedesco di rilasciare un notevole numero di files sugli UFO. Questo è insolito e significativo. La scoperta di nuovi pianeti simili alla Terra continua ad ottenere attenzioni dai media, incluso il Wall Street Journal. Stephen Hawking si è unito ad un magnate russo per usare 100 milioni di dollari nella ricerca di segnali provenienti da vita intelligente aliena Non molto tempo fa diceva che non dovremmo farlo e va notato che gli alieni sono già qui, con la fine dell’embargo sulla verità ci sentiremo ridicoli, inclusi geni della scienza e miliardari. Il canale TBS ha annunciato che lancerà una commedia sulle abductions aliene con Wyatt Cenac, non finirà bene. Continuano gli avvistamenti nel mondo, spesso completi di fotografie.


Fonte: http://www.altrogiornale.org

4 agosto 2015

UFO su Taormina ME!

Mercoledì 29 luglio: Viene osservato intorno alle 16:10, un oggetto volante non identificato.Secondo il racconto dei testimoni l'UFO era di colore bianco da la forma strana non ricollocabile ad aerei ha noi noti.L'oggetto andava ad altissima velocità e non facendo nessuno tipo di rumore,scomparendo completamente dalla vista dei testimoni .Altri casi analoghi sono state visti su Taormina,ampiamente documentati dal Centro ufologico Siciliano!



Fonte:  Salvatore Giusa

Alla ricerca di tecnologia aliena

La ricerca di segnali di civiltà aliene evolute prende una nuova strada: con i telescopi di nuova generazione potremmo rilevare manufatti giganteschi, come le sfere di Dyson o giganteschi ombrelli solari.


Secondo una nuova ipotesi di lavoro, l'esistenza degli alieni, se mai esistessero, potrebbe essere scoperta cercando i loro giganteschi manufatti.


Il Seti, l’istituto internazionale per la ricerca scientifica di segnali di civiltà extraterrestri intelligenti, espande i suoi orizzonti. Per oltre 50 anni la ricerca si è basata sull’ascolto di possibili segnali radio che civiltà intelligenti sparse nella galassia avrebbero inviato nello Spazio, per affermare la loro presenza o semplicemente perché usano tecnologie radio. Da alcuni anni la ricerca include anche segnali ottici che potrebbero essere lanciati con impulsi laser (in Italia una simile ricerca è condotta da Foam13).

Ora si apre una nuova strada: la ricerca di artefatti extraterrestri. In particolare, gli astronomi potrebbero puntare la loro ricerca verso le sfere di Dyson (Dyson Spheres) utilizzando dati provenienti da satelliti che studiano il cielo all’infrarosso.


Le sfere di Dyson sono immense conchiglie artificiali grandi come un sistema solare, capaci di captare e utilizzare l'energia emessa da una stella.

CONCHIGLIE ALIENE. Le sfere di Dyson sono ipotetiche “conchiglie” di dimensioni tali da contenere un intero sistema solare costruite da civiltà estremamente avanzate dal punto di vista tecnologico. Le sfere avrebbero il compito di catturare la maggior parte dell’energia irradiata dalla stella che si trova al centro del sistema stesso: sistemi estremamente complessi (e ben al di là delle nostre capacità tecnologiche, ammesso che siano realizzabili), ma se esistessero sarebbero anche relativamente facili da rilevare, una volta deciso che cosa cercare, perché produrrebbero alterazioni profonde dell’energia irradiata dalla stella.


Gigantesche vele solari in movimento tra un pianeta e l'altro potrebbero essere rilevate perché altererebbero le radiazioni di base di una stella.

UN SACCO DI MANUFATTI. Questa ipotesi di lavoro è stata avanzata da Morris Jones sulla rivista astronomica Acta Astronautica. Nello stesso lavoro il ricercatore fa presente che si potrebbero anche cercare altri manufatti alieni: da gigantesche vele solari in movimento all’interno dei sistemi solari, a grandi specchi usati per dare luce alla parte notturna dei pianeti o per convogliare energia. O anche gigantesche vele per proteggere i pianeti da un eccesso di radiazione stellare. Ognuna di queste tecnologie dovrebbe lasciare un segno evidente nella radiazione che giunge da un sistema solare, e con i telescopi di prossima generazione si potrebbero rilevare con una certa facilità.

Fonte: http://www.focus.it

UFO News 2015: Avvistamento di massa nelle Filippine

Misteriose luci sono state avvistate nelle Filippine, attirando l'attenzione a livello mondiale.



Diventato virale in pochi giorni, il video dell'avvistamento di massa avvenuto nelle Filippine potrebbe essere la prova migliore dell'esistenza degli alieni, secondo i teorici della cospirazione. Nel video è visibile un oggetto (o oggetti), con bril luci brillanti che sono, stando a quello che dicono gli esperti, troppo numerose per essere un semplice aereo. Molti sono stati i testimoni a riportare e catturare su video l'avvistamento nella zona di Pampanga, nelle Filippine. Jericho Benavente, uno dei presenti all'accaduto, racconta: 'Ho chiamato mia moglie quando ho visto quattro oggetti arancioni apparire da dietro le nuvole. Volevo filmarle ma sono improvvisamente sparite. So che cosa ho visto e sicuramente non era un aereo'. Il video, risalente al 28 aprile 2015, è diventato virale in questi giorni, dopo aver catturato l'attenzione sui social.


L'avvistamento massivo

Secondo i ricercatori di UFO, questo potrebbe rappresentare un evento eclatante, una testimonianza in piu' che gli alieni stanno visitando il nostro pianeta. C'è da dire però, che Pampanga ospita il Clark International Airport, oltre che basi militari della forza aerea filippina. Camillo Dracanay, presidente del PAS (Philippine Astronomical Society), ha dichiarato al Manila Bulletin che le luci danzanti potevano benissimo essere di un drone militare o di qualche ente privato: 'i droni, cosí come le pistole negli USA, possono ottenersi facilmente'. Ronal Santos, funzionario dell'ufficio regionale di polizia, ritiene che non ci sia nulla di stupefacente in questo avvistamento, che potrebbe benissimo essere il risultato di azioni militari, ed ha assicurato che l'Associazione Atmosferica, Geofisica e Astronomica delle Filippine presto emetterà un comunicato ufficiale per spiegare queste 'strane luci'.


Dal 26 aprile, molti sono stati i video caricati da diversi testimoni dell'evento. Potrebbe essere stato un drone o qualche esercitazione militare, ma fino a quando non si avrà la sicurezza, resterà un UFO, ovvero un Unidentified Flying Object (oggetto volante non identificato), non necessariamente di natura aliena o extraterrestre.

Fonte: http://it.blastingnews.com

3 agosto 2015

Il primo UFO in Canada? Nel 1792

Molto prima delle serie tv, molto prima di Hollywood e persino molto prima dei racconti di fantascienza. In Canada, il più antico resoconto dell’avvistamento di un oggetto volante non identificato risalirebbe alla fine del XVIII secolo. Ad affermarlo è uno dei più solerti ricercatori UFO del nord America, Chris Rutkowski, che ha scovato la testimonianza di due esploratori che a quei tempi percorrevano la regione di Manitoba.



Nel suo lavoro di indagine per la stesura dell’annuario degli avvistamenti di strani oggetti nei cieli canadesi, Rutkowski è venuto a conoscenza di questo caso sicuramente molto datato.”Non è un fenomeno recente e non è neppure è il prodotto della televisione e dei film che vanno di moda adesso. Si va indietro nel passato di un buon numero di anni. La gente è sempre stata affascinata da questo genere di oggetti nel cielo e si domandava:<Siamo soli nell'universo?>”, ha detto alla CBS News.
La testimonianza è contenuta nel diario di David Thompson, in viaggio in quel lontano1792 nel nord della provincia di Manitoba con Andrew Davy. Una notte assistettero ad uno spettacolo insolito: videro una luminosa meteora di forma globulare, più grande della Luna, impattare contro il ghiaccio. “Ha colpito il fiume congelato, con un suono simile ad una massa gelatinosa, si è infranta in innumerevoli pezzi luminosi e all'istante si è dissolta”, scriveva l’esploratore. “La mattina seguente siamo andati a cercare i segni lasciati sul ghiaccio da questa meteora, ma non siamo riusciti a trovare altro che un singolo frammento.”
Per il ricercatore canadese, non si sarebbe trattato di un fenomeno naturale, ma di qualcosa di inspiegabile. E in questa regione che si affaccia sulla Baia di Hudson, negli ultimi 200 anni di episodi bizzarri ne sarebbero stati registrati addirittura 2 mila. Casi riferiti da poliziotti, piloti e gente comune, che nel cielo hanno visto di tutto: luci anomale, dischi volanti e persino alieni vestiti con una tuta argentata. Li descrive l’ufologo nel suo “Ufology Research’s 2014 Canadian Survey”.

 
Ad esempio, nel marzo 1967, Stefan Michalak si trovava vicino a Falcon Lake, quando- secondo il suo racconto- notò due oggetti di forma discoidale atterrare su un’ampia roccia piatta. Avvicinandosi, sentì delle voci umane, ma subito venne colpito da un gas bollente che mandò a fuoco i suoi abiti. Da quel giorno, l’uomo avrebbe sofferto di vari disturbi- continue vertigini, perdita di peso, senza contare i capelli bruciati e due ustioni sul petto.Incontri ravvicinati anche quelli riferiti, dieci anni dopo, da un altro testimone rimasto anonimo. Mentre andava in auto verso la sua fattoria di Sundown notò una luce ovale, silenziosa e apparentemente non solida, sospesa a pochi metri sopra di lui. Poco dopo, si sarebbe trovato di fronte alla sua auto tre creature, alte 5 piedi ( dunque un metro e mezzo), con teste a bulbo, collo corto e corpo “svasato”, come una gonna. Non riuscendo a frenare, l’uomo li investì, ma non ci fu alcun impatto e i tre esseri svanirono non appena il paraurti li sfiorò. Piccoli alieni sarebbero apparsi anche, una notte, ad una infermiera di Winnipeg. Il 1 novembre 1992, fu svegliata nel cuore della notte da un rumore secco sulla porta. Si alzò e vide due omini di 3 piedi e mezzo (nemmeno un metro) in soggiorno. Avevano occhi tondi e abiti bianchi fino ai piedi. Con la telepatia, l’avrebbero invitata a salire sulla loro astronave. Si trovò così all'interno di un oggetto sigariforme, nella sala comando. Le creature azionarono un pulsante e la donna partì in un viaggio tra le stelle. Poi, all'improvviso, si ritrovò a dormire nel suo letto. Sogni vividi, pure invenzioni, allucinazioni o chissà cos'altro. Ma per Chris Rutkowski la coincidenza di argomenti e descrizioni nei racconti di centinaia di persone diverse, vissute in Manitoba, è la prova che qualcuno è già venuto a visitarci. “Ciò non vuol dire che in Canada è in corso un’invasione aliena, ma semplicemente che c’è un insolito numero di resoconti di strani oggetti in cielo. E dimostra che probabilmente non siamo soli nell'universo e che probabilmente esistono altre civiltà evolute da qualche parte. Ma per ora non c’è una prova certa.”

  

 Fonte: http://www.extremamente.it

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