29 agosto 2015

Arriva “Il Marziano”, ma solo al cinema

Angosciante e spettacolare. L’ultimo film di Ridley Scott arriverà nei cinema il prossimo ottobre e già si preannuncia un successo. Il regista di “Alien” e “Prometheus” torna al genere fantascienza, ma questa volta punta tutto su Marte, possibile prossima frontiera dell’esplorazione spaziale. Ma si sa, Hollywood anticipa sempre i tempi e così sul grande schermo la prima missione umana sul Pianeta Rosso è già una realtà- anche se non proprio fortunata.

“The Martian” ( “Sopravvissuto” nella versione italiana) si ispira al racconto “L’uomo di Marte” di Andy Weir. Protagonista, Mark Watney, un astronauta interpretato da Matt Damon che durante una tempesta di sabbia viene abbandonato dai compagni sul suolo marziano. Tutti lo danno per spacciato, ma lui non cede: nel rifugio in cui si ripara, con scorte sufficienti per appena un mese, inizia la sua lotta per la vita. Quando riesce a comunicare con la Terra che è ancora vivo, scatta la rischiosissima operazione per riportarlo a casa.
Insomma, una trama che fonde “Gravity”, “Cast away” e “Salvate il soldato Ryan”. Di certo, conquisterà il pubblico e riaccenderà i riflettori sulla possibilità di inviare un equipaggio su Marte. Lo sperano i promotori del movimento “Explore Mars” , un’organizzazione che vuole sensibilizzare l’opinione pubblica e il mondo della politica sul progetto ambizioso ma fattibile, anche con l’attuale tecnologia. Due dei fondatori, Chris Carberry e Rick Zucker, hanno scritto un accorato appello- pubblicato dalla rivistaThe Space Review- invitando i loro sostenitori ad usare l’ impatto emotivo che il film di Scott susciterà per promuovere la prima missione umana sul pianeta.
Secondo i due attivisti di Explore Mars, il momento è politicamente favorevole: gli Stati Uniti stanno entrando nella lunga campagna elettorale che porterà- nell’autunno 2016- all’elezione del nuovo inquilino della Casa Bianca. “Non ci aspettiamo un nuovo “momento Kennedy” dal prossimo Presidente- hanno scritto- ma abbiamo bisogno di un Presidente che abbia la volontà e la capacità di lasciare un segno nel futuro. Tale segno non arriverà schiacciando il tasto reset sul programma spaziale, ma con gliinvestimenti… sfidando la NASA, l’industria, il commercio e i nostri partner internazionali a promuovere un chiaro piano per mandare l’Uomo su Marte. È uno dei pochi argomenti che non è vincolato alla logica di parte della politica… Sarebbe, invece, un’enorme opportunità per il prossimo Presidente e il prossimo Congresso, da entrambi i lati dello schieramento, di lavorare insieme per il bene comune.”
I progetti già esistono. C’è quello di MarsOne, che sta procedendo alla selezione dei futuri astronauti dopo il casting effettuato sul web: la società olandese assicura che il piano procede senza intoppi e che nel 2026 i primi pionieri partiranno per raggiungere il suolo marziano. Proclami accolti con estremo scetticismo dagli ambienti scientifici. E poi, molti dubitano che il gruppo privato riuscirà mai a raccogliere i fondi necessari per la costosissima impresa. Ma il denaro sembra l’ostacolo principale anche per l’ente spaziale americano.
I continui tagli alla spesa pubblica decisi dal Congresso hanno colpito in modo pesante anche la NASA. Lo scorso maggio, il suo direttore, Charles Bolden, ha dato l’allarme: la carenza di fondi mette a repentaglio le iniziative più importanti, come appunto la spedizione su Marte. “Le priorità per la NASA, incluso il nostro obiettivo di inviareastronauti americani su Marte nel 2030, ha sempre ottenuto un sostegno bipartisan”, ha detto in quella occasione Bolden.
Poi ha aggiunto: ”Purtroppo, ciò ora rischia di essere fermato, rinviato o anchecancellato dalla Legge di Bilancio come è attualmente scritta. Potrebbe costarci posti di lavoro e opportunità, oltre che il progresso in determinati ambiti, come il lancio di equipaggi in voli spaziali, il nostro viaggio su Marte e la nostra capacità di rispondere ad emergenze come terremoti, uragani e cambiamenti climatici.” Basterà un film di successo al botteghino a far cambiare idea al Congresso? Sicuramente no, ma potrebbe aiutare a creare un clima favorevole e a promuovere ildibattito sulla missione marziana. Tv, giornali, web con i loro articoli e commenti potrebbero accendere tanto l’entusiasmo del pubblico quanto l’ orgoglio patriottico nazionale.
Essere i primi, eccellere in ogni campo- specie in quello tecnologico- è sempre piaciuto a Washington fin dai tempi della gara con Mosca per la conquista della Luna. Parafrasando una nota battuta attribuita ad un ingegnere della NASA durante la crisi dell’Apollo 13, potremmo dire: “Farsi battere dagli Olandesi non è un’opzione”. Anche su Marte deve sventolare, per prima, una bandiera a Stelle e Strisce…

SABRINA PIERAGOSTINI



Fonte: http://www.extremamente.it


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