4 agosto 2015

Alla ricerca di tecnologia aliena

La ricerca di segnali di civiltà aliene evolute prende una nuova strada: con i telescopi di nuova generazione potremmo rilevare manufatti giganteschi, come le sfere di Dyson o giganteschi ombrelli solari.


Secondo una nuova ipotesi di lavoro, l'esistenza degli alieni, se mai esistessero, potrebbe essere scoperta cercando i loro giganteschi manufatti.


Il Seti, l’istituto internazionale per la ricerca scientifica di segnali di civiltà extraterrestri intelligenti, espande i suoi orizzonti. Per oltre 50 anni la ricerca si è basata sull’ascolto di possibili segnali radio che civiltà intelligenti sparse nella galassia avrebbero inviato nello Spazio, per affermare la loro presenza o semplicemente perché usano tecnologie radio. Da alcuni anni la ricerca include anche segnali ottici che potrebbero essere lanciati con impulsi laser (in Italia una simile ricerca è condotta da Foam13).

Ora si apre una nuova strada: la ricerca di artefatti extraterrestri. In particolare, gli astronomi potrebbero puntare la loro ricerca verso le sfere di Dyson (Dyson Spheres) utilizzando dati provenienti da satelliti che studiano il cielo all’infrarosso.


Le sfere di Dyson sono immense conchiglie artificiali grandi come un sistema solare, capaci di captare e utilizzare l'energia emessa da una stella.

CONCHIGLIE ALIENE. Le sfere di Dyson sono ipotetiche “conchiglie” di dimensioni tali da contenere un intero sistema solare costruite da civiltà estremamente avanzate dal punto di vista tecnologico. Le sfere avrebbero il compito di catturare la maggior parte dell’energia irradiata dalla stella che si trova al centro del sistema stesso: sistemi estremamente complessi (e ben al di là delle nostre capacità tecnologiche, ammesso che siano realizzabili), ma se esistessero sarebbero anche relativamente facili da rilevare, una volta deciso che cosa cercare, perché produrrebbero alterazioni profonde dell’energia irradiata dalla stella.


Gigantesche vele solari in movimento tra un pianeta e l'altro potrebbero essere rilevate perché altererebbero le radiazioni di base di una stella.

UN SACCO DI MANUFATTI. Questa ipotesi di lavoro è stata avanzata da Morris Jones sulla rivista astronomica Acta Astronautica. Nello stesso lavoro il ricercatore fa presente che si potrebbero anche cercare altri manufatti alieni: da gigantesche vele solari in movimento all’interno dei sistemi solari, a grandi specchi usati per dare luce alla parte notturna dei pianeti o per convogliare energia. O anche gigantesche vele per proteggere i pianeti da un eccesso di radiazione stellare. Ognuna di queste tecnologie dovrebbe lasciare un segno evidente nella radiazione che giunge da un sistema solare, e con i telescopi di prossima generazione si potrebbero rilevare con una certa facilità.

Fonte: http://www.focus.it

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