23 giugno 2011

La caccia a ET inizia alla grande

a cura di Vincenzo Zappalà



Kepler ha identificato 1235 pianeti attorno a stelle della nostra galassia. E’ ora di passare alla fase più suggestiva che molti lettori stanno aspettando con ansia.
La fase di ricerca di possibili pianeti abitati tra i candidati suggeriti da Kepler è iniziata l’8 maggio, quando il Green Bank Telescope, il più grande radio telescopio orientabile, ha potuto lavorare per 24 ore su 86 pianeti di dimensioni terrestri in posizioni “accettabili” per la vita. Ora tocca al milione di appassionati in giro per il mondo analizzare i dati e incrociare le dita.
Non è ovviamente sicuro che tutte le stelle scelte abbiano pianeti abitabili, ma sicuramente sono i luoghi migliori per cercare ET. Il Green Bank dedica circa cinque minuti a ogni stella che mostra di possedere un pianeta con una temperatura superficiale compresa tra zero e 100 °C.
Ricordiamo che finora le ricerche precedenti non hanno dato risultati particolari. Quando si è usato Arecibo, però, si sono osservate stelle simili al nostro Sole, avendole giudicate le più idonee a ospitare la vita. Oggi sappiamo che potrebbe anche non essere così. Purtroppo il grande radio telescopio di Arecibo non può guardare i pianeti di Kepler, dato che è fisso. Poco male. Ci sono altri vantaggi rispetto al gigante di Portorico. Non sarà, infatti, obbligatorio lavorare solo nella linea dell’idrogeno di 21 cm (1420 MHz), in quanto il Green Bank potrà spaziare in un range di 800 MHz, circa 300 volte più ampio di quello di Arecibo. Questo vuol dire che i dati ricavati in un solo giorno sono equivalenti a quelli di un anno di Arecibo (circa 60 terabytes). Sarà molto importante il fatto che il radio telescopio utilizzato coprirà completamente il “buco dell’acqua”, compreso tra i 21 (idrogeno neutro) e i 18 cm (ione OH). Dato che la vita dovrebbe svilupparsi dove c’è acqua, questa banda è l’ideale per avere segnali di forme di vita simili a noi. Forse il miglior “faro” per dirigerci verso razze intelligenti.
Dopo le 86 stelle prescelte, Green Bank passerà a studiare tutte le altre stelle osservate con successo da Kepler.
Estrapolando i dati di Kepler, dobbiamo aspettarci almeno 50 miliardi di pianeti nella galassia. Buon divertimento! E, mi raccomando, astronomia.com deve arrivare per prima!


Le posizioni dei possibili pianeti identificati da Kepler.

12 giugno 2011

Roswell: la testimonianza di William L. Quigley

Di: Sheenky



E' dal 1947 che il famoso caso Roswell è al centro di teorie e complotti riguardanti un cover up globale sulla questione UFO. E nonostante il governo abbia ripreso più volte l'argomento, dando ogni volta delle spiegazioni diverse (inizialmente un pallone sonda e poi il progetto Mogul), queste, non hanno mai convinto fino in fondo gli ufologi e ricercatori del settore.
Oggi parliamo di un evento che sembra passato inosservato, ma che però aiuta a fare un minimo di chiarezza, e dimostra che le due spiegazioni di comodo date dal governo per l'incidente di Roswell (pallone sonda e progetto Mogul) sono in realtà pura disinformazione.
Il caso è tratta dal libro "Witness to Roswell" di Thomas J. Carey e Donald R. Schmitt.

Nelle prime ore del 9 luglio 1947, al Roswell Army Air Field, il caporale William L. Quigley (393rd bomb squadron), venne svegliato improvvisamente e portato nel luogo dove venivano caricate le bombe atomiche nei bombardieri a lungo raggio denominati B-29.




Per facilitarne il caricamento venivano costruite delle buche nel terreno con degli ascensori idraulici per sollevare gli ordigni, protette da un anello di barriere di tela per mantenere segreto il metodo da occhi indiscreti, mentre la polizia militare rimaneva al di fuori per premunirsi contro eventuali intrusi. Arrivato nel posto, al caporale Quigley è stato dato un fucile M-1 Carbide e vide un B-29 (chiamato "Necessary Evil") vicino alla solita area di contenimento. Quella volta però gli "anelli" di recinzione erano due ed ostruivano la vista a tutto ciò che era contenuto nella fossa.





Subito dopo arrivarono altre tre persone, due ufficiali ed un soldato semplice e insieme a Quigley vennero portati all'interno della fila esterna della recinzione dove furono autorizzati ad arrestare chiunque osasse violare gli schermi di protezione e ad usare forza letale se necessario.
Ignoto a tutti loro, in quel momento, nella fossa coperta dalla recinzione si trovava una cassa di legno di grandi dimensioni, precisamente di 4'x5'x15'. Concluso il turno, tutti e quattro vennero convocati dalla sede centrale dello squadrone, e gli fu ordinato di firmare dei documenti nei quali veniva affermato che in quel momento non erano mai stati in quel luogo.
Poco dopo la sua insolita esperienza, il caporale Quigley si rese conto che l'operazione in corso doveva essere qualcosa di più importante di una "semplice" bomba atomica, infatti le recinzioni erano progettate in maniera che neanche la polizia militare della base potesse entrare nelle barriere di tela, mentre a loro fu concesso di entrare nel mezzo.
Più tardi, il "Necessary Evil" (l'aereo che doveva trasportare il carico) per dei problemi venne sostituito dal B-29 "Straight Flush".





Una riflessione su questa vicenda è sicuramente obbligatoria. Di sicuro in quella cassa, protetta da ben due anelli di recinzione e da quattro uomini armati autorizzati anche ad uccidere se necessario, non c'erano i resti di un semplice pallone sonda. Allora che cosa avrebbe potuto esserci di cosi classificato in quella cassa? Perché la necessità di una doppia fila di "schermi" di protezione se normalmente per le bombe atomiche se ne usava solo una? Perché se la dentro c'era un pallone sonda ai quattro uomini vennero fatti firmare quei documenti in cui affermavano di non essere stati in quel luogo in quel momento? Tutto questo grazie al ex caporale Quigley che ha deciso di rompere il suo silenzio. Altre domande che vanno ad aggiungersi a quelle già esistenti, sul caso che ha fatto ufficialmente nascere la ricerca ufologica nel mondo.



Vita aliena: forse su Encelado



Più volte si è sentito parlare, negli ultimi tempi, di pianeti nei quali non sarebbe del tutto esclusa la possibilità di trovare vita extraterrestre. Tuttavia, secondo quanto sostengono gli astrobiologi, la forma di vita più vicina a noi potrebbe essere distante un miliardo di miglia di distanza. A tali distanze, con la luminosità del sole davvero debole, le temperature sarebbero davvero bassissime, circa -200 gradi Celsius.
Encelado, uno dei satelliti di Saturno , è uno di essi. Anche se si trova davvero ad un miliardo di miglia dal sole, si tratta di una luna calda, grazie alla forza gravitazionale di Saturno e degli altri satelliti. Sconosciuto o quasi fino al 1980, quando due sonde Voyager ne rivelarono alcune peculiarità, il satellite presenta del ghiaccio d'acqua sulla superficie, un diametro di soli 500 km e riflette quasi il 100% della luce solare. Le due sonde hanno inoltre svelato che alcune regioni sono piuttosto recenti, databili attorno ai 100 milioni di anni. Anche la sonda Cassini ha fornito altre informazioni riguardo ad Encelado. Nel 2005 ha infatti svelato alcuni dettagli della superficie e dell'ambiente. In particolare la sonda ha scoperto un pennacchio ricco d'acqua nella regione polare sud, soprannominato "strisce di tigre". Questa scoperta, assieme alla presenza di fuoriuscite di calore interno e di pochi crateri da impatto nel polo sud, indica che Encelado è attualmente geologicamente attivo.
Ma Encelado è utile anche per un'altra ragione, per il suo criovulcanismo, in cui alcuni materiali eruttati sono acqua e altri elementi volatili, invece del magma. Ciò potrebbe far presagire che il satellite abbia una propria atmosfera. Apparentemente adatto alla vita. Ma c'è un piccolo problema? Come raggiungerlo? Arrivare su Saturno richiederebbe tempo e denaro in quantità davvero astronomiche.
Ciò non toglie che Encelado può essere l'archetipo di molti habitat della nostra galassia per la vita microbica.



di Francesca Mancuso

7 giugno 2011

SENSAZIONALE SCOPERTA IN ANTARTIDE: TEAM DI SCIENZIATI SCOPRE UNA "PORTA" SPAZIO-TEMPORALE




L'Antartide non finirà mai di stupire e regalare nuove sorprese. Il continente più gelido, remoto e inospitale della Terra, con temperature che toccano anche i -80 gradi centigradi, potrebbe nascondere un vero e proprio museo archeologico-spaziale.
E' ciò che è accaduto a un team di scienziati britannici e statunitensi lo scorso mese di maggio, lascia presupporre che la teoria dei Wormoles o Stargate sia reale.
Il continente più gelido, remoto e inospitale della Terra, l'Antartide che possiede temperature che toccano anche i -80 gradi centigradi, potrebbe nascondere un vero e portale dimensionale con tanto di museo archeologico, sotto la spessa coltre di ghiaccio che avvolge il 95 per cento del suo territorio e che raggiunge una profondità media di oltre 2000 metri. Qui, 4 mila scienziati, di 46 paesi del mondo, conducono da oltre cinquant'anni le ricerche più impensabili e sempre in questo luogo avvengono strani e incredibili fenomeni scientifici, alcuni dei quali ancora inspiegabili.
Gli studiosi stavano lavorando a un comune progetto di climatologia quando hanno assistito a un evento da film di fantascienza: un insolito vortice, stazionava in quota senza mai muoversi di un solo centimetro, nonostante le elevate raffiche di vento spostassero le nuvole tutt’intorno. All'inizio si era pensato a una tempesta polare ma, la staticità del mulinello e l'inconsueta nebbia che lo avvolgeva, hanno spinto i ricercatori a indagare sul fenomeno. Gli uomini hanno approntato un pallone meteo legato ad un argano, completo di una radio sonda per il rilievo delle proprietà fisiche (temperatura, umidità relativa, pressione e velocità del vento) e un cronometro scientifico per la registrazione dei tempi di lettura. L'oggetto è stato poi rilasciato e fatto risucchiare all'interno del vortice per il tempo strettamente necessario alle misurazioni. Dopo alcuni minuti un risultato inquietante: il cronometro segnava la data del 27 gennaio 1965 e tutti i dati calcolati indicavano valori incompatibili con le normali caratteristiche di una tromba d'aria. L'esperimento è stato ripetuto più volte e sempre con gli stessi risultati. Uno degli scienziati che ha partecipato ai vari test, lo statunitense Mariann McLein non solo conferma l'accaduto ma evidenzia anche che l'intero episodio è stato segnalato ai servizi segreti militari e alla Casa Bianca. Da prime indiscrezioni pare che si tratti di una “porta” spazio-temporale, cioè uno “tunnel” che permette non solo uno spostamento geometrico attraverso lo spazio ma anche un cambiamento temporale. Una sorta di viaggio attraverso il tempo (avanti e indietro) e lo spazio.
A qualcuno potrà sembrare paradossale ma quanto è avvenuto in Antartide potrebbe trovare una spiegazione razionale nella teoria del “Ponte di Einstein-Rosen”. All'inizio del secolo scorso, i due scienziati congetturarono una “galleria gravitazionale” o wormhole, cioè una “scorciatoia” da un punto dell'universo a un altro che consentirebbe di viaggiare tra di essi più velocemente di quanto impiegherebbe la luce a percorrere la distanza attraverso lo spazio normale. Come vedete non sono concetti da rubrica di misteri ma vere e proprie nozioni di fisica che ciascuno di noi può approfondire anche attraverso il web. Questo fatto sensazionale arriva in coincidenza di un'altra strabiliante scoperta fatta dai satelliti americani e diffusa dalla rivista Daily Galaxy: la presenza di una struttura antichissima sotto il suolo antartico.
La scoperta ha alimentato la curiosità di ufologi e sostenitori delle teorie del complotto, secondo i quali i militari americani stiano nascondendo il rinvenimento di un UFO o una grande apparecchiatura tecnologicamente avanzata mai vista prima. Ad avvalorare questa ipotesi il fatto che gli scavi siano iniziati in segreto e con una certa celerità. Qualunque cosa sia si tratterebbe di un oggetto vecchio di 12 mila anni! Al momento le autorità statunitensi negano qualsiasi scoperta archeologica a quelle latitudini ma, come esposto da un funzionario del Parlamento Europeo, la scoperta è di una tale portata che tutta la comunità scientifica continua a chiedersi cosa mai stia venendo alla luce in quell'area. Che esista qualche analogia tra la scoperta fatta dai satelliti e il misterioso “mulinello” spazio-temporale?
Noi ovviamente non lo sappiamo ne possiamo confermare la veridicità di tutti questi fatti ma, con le informazioni contenute in questo articolo, speriamo di avervi potuto dare tutti i riferimenti necessari per indagare ulteriormente sul caso.


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