30 gennaio 2013

Sfere Extraterrestri o Droni Militari?

Sfere Extraterrestri o Droni Militari? 

Sono sempre più convinto che le sfere di luce che vengono avvistate ormai in ogni angolo del Mondo, sono in buona parte dei "DRONI" militari, parliamo quindi di nano tecnologia. Queste sfere vengono usate per il monitoraggio continuo di una determinata zona, per lo spionaggio telefonico e quello militare. Un’altra percentuale, molto minore rispetto a quella appena descritta, potrebbe, e ripeto potrebbe, anche essere esogena al pianeta Terra.

Il pensiero che avete appena letto è, ovviamente, soltanto una mia personale sensazione, ma considerando il fatto che ormai sono più di venticinque anni che mi occupo di studiare e analizzare il fenomeno UFO, non soltanto a livello mondiale ma soffermandomi soprattutto allo scenario siciliano, potrebbe anche trattarsi di una “ipotesi” suffragata da riscontri scientifici sufficienti per ritenere che le cosiddette sfere volanti o sfere di luce abbiano una origine militare.

Non dico certo, a priori, che tutte le sfere rientrino in questa categoria, molte di loro sicuramente hanno origini esterne al nostro pianeta. La loro apparizione è documentata in ogni angolo del mondo, dal Canada alla Russia, in Cina, Francia, Italia; cosa sono le sfere che molti asseriscono di vedere? Alcuni sostengono che si tratti di UFO, altri parlano di sonde lanciate da astronavi. Secondo la mia “ipotesi” ci troviamo di fronte ad una nuova tecnologia, meglio conosciuta come “nano tecnologia”, quelli che osserviamo sono dei droni militari, i quali, sempre secondo la mia “teoria” hanno la capacità di volare a bassa quota, ascoltare, e nello stesso tempo spiare, una qualsiasi nazione o continente. Il loro scopo, la finalità di questo progetto, si esaurisce esclusivamente in ambito militare?

Pensate per un attimo quali enormi potenzialità potrebbe avere una sfera sospesa sopra una nazione tecnologicamente avanzata, quali e quanti informazioni potrebbe registrare, quanti scenari potrebbe tenere “sotto controllo”; chi gestirà alla fine questi dati? Quale uso ne verrà fatto?

Vi lascio alle prese con questi interrogativi e attendo di leggere il vostro pensiero in merito. 

Salvatore Giusa

L'ASTRONAUTA MARY ANNE S. SHYN-PIPER E L'UFO DELLA MISSIONE STS-115 NASA

Torna il mistero sul malore riportato dall'astronauta Mary Anne Stefany Shyn-Piper, al rientro dalla Missione STS-115.
Il 19 settembre 2006, la missione STS-115 dello Space Shuttle Atlantis sta per concludersi e l'equipaggio si sta preparando per il rientro sulla Terra. La fase di rientro viene rimandata di 24 ore a causa di un oggetto che interferisce con la traiettoria dello Space Shuttle Atlantis e che segue la navetta per diverse ore. Nessuna spiegazione ufficiale è mai stata fornita dalla NASA su questo evento.


Quando l'astronauta, Mary Anne Stefany Shyn-Piper aveva cercato di spiegare cosa era successo, svenne a causa di un misterioso malore.

Ecco la storia:
Alle 11:45 del 9 settembre 2006, aveva inizio la missione STS-115 dello Space Shuttle Atlantis che veniva lanciato, come previsto dal complesso 30-9 situato al Kennedy Space Center in Florida.
Al termine della missione, la NASA aveva ritardato di un giorno il programma di rientro a causa di un incontro con un oggetto avvenuto il 19 settembre 2006 il quale stazionava negli strati superiori dell'atmosfera per 24 ore rendendo impossibile seguire la traiettoria per il rientro sulla Terra.
Dopo che la NASA aveva annunciato che presumebilmente si trattava un detrito spaziale o un blocco ghiaccio, finalmente gli impiegati ammisero di ignorare la vera natura del "corpo estraneo". Una volta sulla Terra, durante la conferenza stampa dell'equipaggio dello Space Shuttle Atlantis, ecco cosa è successo quando l'astronauta Mary Anne Stefany avrebbe tentato di descrivere questo incontro:
Mary Anne Stefany Shyn-Piper: "Abbiamo visto qualcosa che non avevamo mai visto prima e quando ho aperto lo sportello, era ancora la' fuori. Credo che cio' che e' avvenuto non si sarebbe verificato senza una completa preparazione e la formazione dell'equipaggio".

L'astronauta Stefany Shyn-Piper, un membro dell'equipaggio della shuttle Atlantis STS 115 era impallidita quando aveva tentato di raccontare la sua esperienza avvenuta durante l'avvistamento di uno strano oggetto molto vicino alla navetta, mentre cercava di effettuare una manovra evasiva.
Ripetutamente Stefany Shyn-Piper aveva tentato di continuare la sua descrizione attraverso il ricordo di questo incontro inaspettato,che a seguito della sindrome post-traumatica dovuta allo stress fu costretta ad abbandonare la riunione per essere sottoposta a degli accertamenti.
Che cosa ha ritardato il rientro dell'equipaggio dell'Atlantis?
Queste immagini rivelano il motivo.
Dallo Space Shuttle si può vedere qualcosa sullo sfondo che si avvicina emergendo dallo spazio ed suoi movimenti fanno escludere la possibilità che possa trattarsi di una riflessione o di un satellite.
Questo oggetto tubolare sembrava osservare le manovre dell'Atlantis per poi scomparire ed allontanarsi lentamente. Tuttavia, non sono le sole immagini di UFO che sono state registrate durante questa missione.
Dal primo giorno della missione erano iniziati degli incontri inaspettati in cinque grandi aree e da parte di strane formazioni che avevano attirato l'attenzione dell'equipaggio.
Queste immagini sono state registrate quando la navetta si trovava in orbita al di sopra della Repubblica Messicana all'alba del 14 settembre 2006.
Mentre gli astronauti stavano tentando di installare nuovi pannelli solari per raddoppiare la capacità energetica della stazione spaziale,avevano notato uno strano oggetto. Improvvisamente ed inspiegabilmente, la trasmissione radio venne interrotta per alcuni minuti.
Coincidenza?
Le telecamere sull'Atlantis sono state visionate il 17 settembre 2006. Che cosa è accaduto nel corso della missione durante il periodo di 13 giorni ?
La missione STS-115 e' risultata straordinaria rispetto alle missioni precedenti ed è diventata un punto di riferimento per gli equipaggi che si imbatterono in incontri inaspettati con strane presenze che interferivano con le attività umane nello spazio. Nel corso della missione STS-115 sono state raccolte un gran numero di immagini di UFO tanto da fare ipotizzare che gli astronauti non erano soli nello spazio.
Quello che è successo al di fuori del shuttle Atlantis tra il 19 e il 20 settembre 2006 ha dell' incredibile, ma la reazione dell'astronauta Stefany Shyn-Piper è più sconcertante quando ha cercato di ricordare il vicino incontro con lo strano oggetto.

25 gennaio 2013

L'US Air Force e la disinformazione tramite Walt Disney


Il documentario "UFO" uscito nel 1956, è uno dei più importanti della storia relativa agli UFO e extraterrestri.




Qualche settimana era emersa la notizia che, intorno al 1955, l'US Air Force aveva contattato Walt Disney per chiedergli di fare un documentario sul contatto extraterrestre utilizzando i filmati militari relativi agli UFO. La cosa interessante è che, secondo varie testimonianze, Walt Disney fu solo il primo di una lunga lista di persone ad essere state contattate da parte del governo degli Stati Uniti al fine di rivelare l'esistenza di contatti con gli extraterrestri .
In questa serie di filmati si passerà in rassegna i numerosi casi con lo scopo di divulgare le informazioni relative a trascendentali esseri alieni.
Bisogna tornare negli anni cinquanta, in particolare negli Stati Uniti.
Da quando Kenneth Arnold nel 1947, aveva riferito di aver osservato un gruppo di sconosciuti "dischi volanti" nei pressi del monte Rainer a Washington, il fenomeno UFO esplose e divenne ben presto parte della cultura americana.
Centinaia di avvistamenti UFO, "dischi volanti" e alieni avevano inondato la televisione,i ibri ed il cinema.
Diversi eventi avevano contrassegnato questo periodo: il presunto crash di un'astronave aliena a Roswell nel 1947, il rapporto di Kenneth Arnold, che aveva coniato il termine "dischi volanti", gli incontri con i controversi alieni di George Adamski, e l'incredibile episodio del 1952, in cui un operatore radar aveva rilevato un gruppo di UFO mentre volavano sopra Washington DC.
Nonostante questi eventi ed il "Blue Book"redatto in segreto dal governo degli Stati Uniti al fine di studiare questi fenomeni, il pubblico americano riteneva che gli UFO e gli extraterrestri appartenevano alla fantascienza mentre quelli che consideravano sul serio il fenomeno venivano ridicolizzati.
In un articolo pubblicato nel 1967, Clarence Greene, principale produttore del film "UFO", racconta come aveva avuto l'idea per girare il documentario sul fenomeno UFO:
"Anche se il documentario UFO non era stato inserito per la produzione fino al mese di maggio 1954, si può dire che l'idea era stata concepita in una notte di agosto 1952. Ero nel mio giardino quando il mio amico mi aveva avvertito della presenza di uno strano oggetto nel cielo. Anche se era diverso da qualsiasi cosa avesse mai visto, aveva la forma e l'aspetto di una sfera di luce. Lo abbiamo osservato per cinque minuti e in quel lasso di tempo si era fermato dopo aver fatto alcuni giri, e, infine, era scomparso all'orizzonte.
L'evento mi aveva lasciato un'impressione indelebile, e il giorno dopo avevo riferito quello che era successo al mio compagno, Russell Rouse, ed ai membri della mia produzione. In precedenza avevo letto diverse storie sui giornali relative a rapporti di avvistamenti di 'dischi volanti'. Ora che anche io avevo visto uno di questi strani oggetti, riuscivo a comprendere come si sentivano quelle persone che venivano messe in ridicolo solo per aver affermato di avere visto questi oggetti. Successivamente avevo scoperto che ci furono centinaia di casi di persone che avevano visto questi UFO, ma che avevano rifiutato di parlarne per paura di essere messe nel ridicolo. "
Guidato dalla sua esperienza, Clarence Greene aveva iniziato a raccogliere le testimonianze di persone che avevano visto gli UFO, intervistando scienziati, militari dell'Air Force, e persino alcuni agenti di polizia e piloti delle compagnie aeree commerciali venendo in contatto con un gruppo selezionato di funzionari militari e governativi che erano stati direttamente coinvolti negli eventi UFO più importanti verificatisi in quegli anni.



L'UFO DI KOFU, GIAPPONE 1975

Kofu , Prefettura di Yamanshi, Giappone – 23 febbraio 1975


Due bambini di 7 anni Masato Kawano (7 anni) e Katsuhiro Yamahata (7 anni) mentre erano sulla pista pattinaggio presso l’Hinode Estate Kamimachi a Kofu, videro avvicinarsi due oggetti fluottanti con un aurea arancione luminosa. Il più grande volò via verso monte Atago, ma l’altro scese giù tra i puntelli della vigna dietro la loro tenuta.


L’oggetto emmettente un “ticchettio” e lampeggiando mentre scendeva, si fermò sul terreno del vigneto vicino, poggiando su 3 semisfere poste sotto lo sotto. Era un oggetto discoidale stimato in circa 15m di diametro e 6m di altezza. Visto da media distanza si misero a correre verso la vigna approcciandolo da vicino, attratti dal suo colore argento, le luci e delle iscrizioni sconosciute (quattro lettere illeggibili) in rilievo sulla sua superficie che ricordano ancora perfettamente, come fosse ieri.

Mentre rimanevano senza parole, il portellone laterale del disco si aprì e scese fino a terra una scala. Un umanoide alto più di 1,5 m uscì dall'oggetto e camminò verso di loro. Indossava abiti color argento e portava al suo fianco qualcosa di simile ad una pistola. La sua pelle era marrone scuro e aveva le orecchie a punta, ma la sua grande testa non aveva occhi, naso o bocca, ma solo fessure color argento ed una grata alla bocca.
Entrambi i ragazzi ricordano di aver visto un altro umanoide più piccolo all’interno dell’oggetto oltre i vetri agitare una leva di comando. Quello che era sceso toccò uno dei due testimoni sulla spalla e pronunciò delle parole “come un registratore a nastro che scorreva all'indietro”, il ragazzo paralizzato dalla paura e sotto shock fu aiutato dall’altro ragazzo che lo prese sulle spalle e scappò dalla vigna.
Corsero a casa di uno dei testimoni e informato i loro genitori, che immediatamente si affacciarono dichiarando di aver visto chiaramente una luce arancione pulsare nel vigneto, videro poi la luce pulsare forte in elevazione e sparire sotto i loro occhi. Corsi nel vigneto i genitori trovarono alcuni paletti abbattuti e la forma di terra schiacciata. Nel frattempo, Ichiro Minegishi, un allievo della scuola (8 anni) e i sui genitori riferirono di aver visto un oggetto luminoso in volo verso gli alloggi della scuola 30 minuti prima che i ragazzi videro l’UFO, in quell’istante, stavano andando in auto con genitori e amici sulla tangenziale Kofy attraverso Masutsudocho, verso la tenuta vicino la scuola. A seguito di questo episodio gli alunni hanno disegnato il presunto astronauta ed il disco spiegando ale autorità quello che era successo.

I suoi insegnanti rimasero molto scioccati dalla chiarezza dell’episodio, che ben presto le autorità scolastiche effettuarono un ispezione del luogo con misure a nastro e altri strumenti ricostruendo uno dei casi storici ed inspiegabili dell'ufologia giapponese.

13 gennaio 2013

L’ex consulente peruviano dell’Air Force conferma l’esistenza degli extraterrestri


Un ex consulente e ricercatore Dottor Anthony Choy, che ha lavorato presso l’Air Force in Perù, ha confermato che gli extraterrestri non sono uno scherzo e che sono nascosti (basi sotterranee) da qualche parte sulla Terra. Il dottor Anthony Choy crede che gli alieni e gli UFO sono reali e che ci sono forti prove che mostrano la loro esistenza sul nostro pianeta.


Il Dr. Choy, che è anche un avvocato, ha guidato l’ indagine di “The Incident Chulucanas “, in cui oggetti luminosi rosso-arancio sarebbero stati visti volare per ore sopra la città di Chulucanas nel nord del Perù, il 13 ottobre 2001. Questi oggetti, che sono stati rivendicati come UFO , sono stati visti volare creando strane formazioni geometriche nel cielo. A partire da quel giorno, le luci di origine sconosciuta sono stati notati da molte persone per 2 giorni di seguito e molti, mentre assistevano a questo evento, sono riusciti a registare alcuni video, appunto per documentare ciò che vedevano nel cielo. Il Dr. Choy è stato uno dei primi che ha analizzato i video degli avvistamenti UFO a Chulucanas.


La comparsa di misteriosi luci nel cielo è proseguita fino al 25 ottobre 2001, in cui sono stati osservati anche nelle campagne, nelle città e nei boschi. Ma il 15 novembre dello stesso anno ha segnato il panico improvviso della popolazione quando uno dei cosiddetti UFO apparve nel cielo della città.


L’ inchiesta sul caso ha raggiunto il suo culmine quando il ricercatore peruviano Dr Choy, ha deciso di collaborare con Univision, un canale televisivo popolare negli Stati Uniti d’America, per registrare un oggetto volante misterioso, che si muove nel cielo ad una velocità incredibile. 

Il Dr. Choy è stato uno dei fondatori di Air Anomalous Phenomenos Investigation Office Of the Peruvian Air Force ( OIFAA ) ed è l’autore dello studio sugli UFO denominato “Progetto 33″, che studia appunto il fenomeno UFO nel paese sud americano.


7 gennaio 2013

Gaspare De Lama:”Vi racconto il Caso Amicizia”

Incontro Gaspare de Lama in un tiepido pomeriggio di autunno. Mi accoglie nella sua casa di fronte al Lago di Como-sul ramo lecchese- dalla vista impagabile specie in una giornata come questa, con il cielo così terso e luminoso. Ma non sono qui per il paesaggio. Ho chiesto e ottenuto un’ intervista, per conoscere la sua verità su una delle vicende ufologiche più discusse e controverse degli ultimi 50 anni: il Caso Amicizia.

GASPARE DE LAMA E LA MOGLIE MIRELLA

“Io mi interessavo già di ufo, come ufologo dilettante “- comincia il suo racconto. “All’epoca non c’erano riviste che ne parlassero. Un giorno vedo un libro, scritto dal console Alberto Perego, che è stato il primo ad aver davvero capito tutto. Gli ho scritto, è venuto a Milano a casa mia a trovarmi con i suoi libri, sono diventato molto amico. Era un uomo stupendo, un idealista magnifico. Da ultimo lo mandarono in Brasile, a Belo Orizonte: l’hanno relegato là perché parlava di ufo, negli ambienti diplomatici lo chiamavano il ‘console pazzo’. È stato lui a farmi capire tante cose.
In seguito ho trovato un articolo su un settimanale e ho scritto al giornalista una lettera semplicissima. Dopo qualche giorno, ho ricevuto una sua telefonata: chiedeva di vederci. È venuto a casa mia la sera stessa, c’era anche mia moglie: un tipo molto simpatico, molto affabile. Mi ha detto tutto: mi ha parlato di basi aliene, ripetendomi le stesse cose che mi aveva detto Perego. Qualche giorno dopo, mi ha fatto conoscere Bruno.”
Il console, il giornalista e Bruno- ovvero, Bruno Sammaciccia. Grazie a loro, Gaspare De Lama viene a conoscenza di una realtà a dir poco incredibile: un gruppo di extraterrestri, insediati in una base sotterranea in Italia, si è manifestato ad alcuni giovani di Pescara. Il contatto avviene nella primavera del 1956, durante un’escursione (con tanto di caccia al tesoro) che Bruno compie con gli amici Giulio e Giancarlo alla Fortezza Pia, una rocca che domina Ascoli Piceno. I tre vengono avvicinati da due esseri in tutto e per tutto dall’aspetto umano, ad eccezione delle loro dimensioni: uno è alto poco più di un metro, l’altro circa tre.
Dopo questo primo incontro, ne avvengono molti altri ai quali partecipano sempre più persone. Il gruppo degli amici si allarga con il passaparola e ne entra a far parte anche Gaspare De Lama insieme a decine di altri “insospettabili”: professori, ingegneri, operai, giornalisti, impiegati, casalinghe, persino (dicono…) un futuro Premio Nobel. Tra di loro li chiamano “W56″ – anche se il vero nome degli alieni è Akri, “i Saggi” in sanscrito.

IL LIBRO DI STEFANO BRECCIA CHE HA FATTO ESPLODERE IL CASO AMICIZIA

Ma all’esterno non trapela nulla: per decenni l’intera vicenda rimarrà un segreto. Il Caso Amicizia esplode solo nel 2007, quando Sammaciccia, poco prima di morire, chiede all’amico Stefano Breccia di mettere per iscritto quei fatti straordinari di cui era stato testimone per mantenerne per sempre il ricordo. Il libro “Contattismi di massa”svela la storia al mondo e scatena una ridda di polemiche.
Un racconto assurdo, testimoni inaffidabili, totale assenza di prove: gli scettici mettono in dubbio l’intera vicenda e gettano discredito su alcuni dei protagonisti. Sembra una grande truffa o un colossale scherzo, anche se non si sa bene a vantaggio di chi e per quale scopo. Ma adesso davanti a me c’è un uomo che quelle esperienze dice di averle vissute davvero e ne serba ancora un ricordo vivido, a distanza di tanti anni. Esperienze che lo hanno segnato e cambiato, ma che di certo non lo hanno reso né ricco né famoso. Ecco perché sono qui: per ascoltare.
“Tra noi non c’erano capi o sottocapi, ma Bruno era colui che teneva un po’ le fila. Aveva anche un nucleo impiantato da loro vicino all’orecchio, come se fosse una specie di cellulare, con il quale poteva ricevere telepaticamente. Era un uomo stupendo, molto ‘caliente’, molto colto, devoto di san Francesco e dei frati francescani. Mi ha tenuto per mano fino alla fine di questa mia esperienza durata 5 anni, alla qualedevo molto, devo tutto. Davanti a lui ho cominciato a vedere i loro apporti, quando pioveva giù dal soffitto del materiale, ad esempio bobine con le loro voci incise, con le indicazioni su cosa fare, oppure erano loro a richiedere la frutta- interi camion di frutta che sparivano …”
Ecco alcune delle assurdità che hanno lasciato gioco facile ai detrattori. La storia del Caso Amicizia è fatta anche di questi particolari quasi paradossali: gli alieni domandavano ai loro compagni umani derrate alimentari oppure barili di acqua. I tir venivano parcheggiati in un determinato punto e mentre gli autisti erano distratti con la scusa di un caffè, l’intero contenuto veniva smaterializzato in un istante. Scompariva letteralmente alla vista, in una sorta di teletrasporto ante-litteram, qualche anno prima però che gli autori di Star Trek lo inventassero…

UNO DEGLI UFO RIPRESI "SU APPUNTAMENTO" DA GASPARE DE LAMA
Fatti pazzeschi, avvenuti anche sotto gli occhi di De Lama. “Io sono sincero- ammette ora- a volte mi sono venuti dei dubbi: perché mai degli esseri con tecnologia così avanzata avevano bisogno di acqua, con il mare lì di fianco? Forse ci mettevano alla prova, per verificare la nostra devozione nei loro riguardi, la nostra premura. Ho anche pensato che fosse un teatrino, una messa in scena.
Ma quando pensavo così, mi si accendeva la radiolina che avevo sempre con me, compariva la voce di Sigir o di un altro personaggio che chiamavamo Dimpietro, che diceva:“Gaspare, cambia pensieri!” Al che io mi vergognavo come un bambino piccolo, sorpreso con le mani nel vasetto della marmellata. A volte proprioindovinavano i miei pensieri, altre volte invece io facevo domande alle radiolina e loro mi rispondevano, come se fosse anche ricevente…”
Immaginate la scena: sono i primi anni ’60, avete una radiolina a transistor sul tavolo e all’improvviso, da lì, anziché sentire il notiziario o una canzone, si manifesta una voce che vi legge nella mente. E Gaspare De Lama, con il candore- ancora oggi- di un bambino mi sta dicendo che le cose andavano proprio così. Come poteva non credere che quelle entità venissero davvero da un altro mondo? Non solo. Per dargli un’ ulteriore prova della loro superiorità, i W56 accettarono di mostrare le loroastronavi nel luogo e nell’ora stabilita da Gaspare, per dargli modo di portare con sè una cinepresa. Immagini eccezionali, tuttora esistenti, che saranno trasmesselunedì 7 gennaio, alle 19, su Italia 1, nella puntata speciale di Extremamente dedicata proprio al Caso Amicizia.
“Più che dischi volanti da trasporto, dovremmo chiamarli laboratori volanti. Ogni astronave ha una sua funzione: alcune sono piccole e servono solo da ricognitori. Ce ne sono di diverso tipo. Tra l’altro, una volta domandai se erano solo loro ad agire sulla Terra e mi risposero che essi facevano parte di una Confederazione: di tutti gli Ufo che si vedevano nei nostri cieli, solo un 5% apparteneva ai W56. Nelle basi italiane c’erano circa 200 alieni. Poi abbiamo saputo che avevano basi anche in Austria, Argentina, Svizzera, Francia, forse anche in Inghilterra e in Russia. Ovunque avevanole stesse finalità e si presentavano con gli stessi nomi: Sigir, Saiù, Meredir…”

UNA FOTO DI BRUNO SAMMACICCIA NEGLI ANNI '60
Le stesse finalità. Ma quali? Cosa voleva questo gruppo di Extraterrestri dai loro amici umani? Perché si trovavano sulla Terra? Da quanto tempo e per quale scopo? Più ci si addentra con gli interrogativi, più la storia assume i connotati di un film di fantascienza. Eppure, decine di persone sane di mente, di cultura media se non addirittura elevata, uomini e donne come noi, ne furono testimoni oculari e non ebbero alcun dubbio di vivere dei fatti reali. Scelgo di continuare ad ascoltare, senza pregiudizi e con il massimo rispetto.
“La Terra è un pianeta che loro chiamano pianeta-madre perché è uno dei 50-60 pianeti della nostra galassia che danno la vita. Cioè, danno l’ uomo. I W56 dicevano che sulla Terra si sono succedute 6 diverse civiltà che si sono autodistrutte, per colpa di guerre o per disastri ecologici. L’ultima di queste civiltà conosceva già il volo spaziale, meglio di quello attuale, e una piccola parte è riuscita a salvarsi viaggiando fino ad un altro pianeta.
Attraverso i millenni si sono evoluti, sono cresciuti in altezza, vuoi per la forza di gravità diversa, vuoi perché l’evoluzione spirituale porta anche ad un certogigantismo- hanno detto. Fatto sta che alcuni di loro si sono evoluti e sono stati accolti nella Confederazione Galattica. Sono coloro che noi abbiamo chiamato W56: essi sonosia ex terrestri che extraterrestri, perché si sono mischiati…è una storia complicata!”
Complicatissima, come il loro concetto di Uredda- il reale motivo, forse- della loro presenza tra di noi e la causa finale della loro scomparsa. Il signor De Lama me lo spiega così: “Era apparentemente il vero scopo del loro esperimento con noi- io lo definisco in questo modo, anche se non è la parola giusta. L’Uredda è l’energia dell’amore. I W56 conoscono una dozzina di energie che noi non conosciamo e che loro sfruttano per i loro mezzi. L’amore è energia, l’odio è energia e lo siamo anche noi: sembriamo di materia, ma la materia è energia, tutto è energia.
L’Uredda è l’energia che scaturisce dall’amore e a loro serviva per alimentare i loro strumenti, per ricreare l’aria nelle basi, per far volare i loro velivoli. Fintanto che la producevamo volendoci bene, essendo amici, rispettandoci ed essendo uniti, tra di noi e verso di loro, finché questa energia l’abbiamo alimentata, le cose sono andate avanti. Ma con il passare degli anni, l’ego di ognuno di noi è tornato a galla, abbiamo iniziato a soffrire di gelosie reciproche, di invidie, che poi si sono addirittura trasformate in odio, allora si è rotto qualcosa. L’Uredda ha iniziato a scemare e i W56 se ne sono dovuti andare perché gli strumenti e l’aria stessa nelle basi non erano più alimentati. “

UN RITAGLIO DEL 1978, CON LA NOTIZIA DI UNO STRANO FENOMENO
Una doppia sconfitta. Perché la fine dell’esperienza di Amicizia coincide con la battaglia decisiva contro un altro clan di alieni, soprannominati “I Contrari” o CTR: i W56 vengono battuti dai loro nemici e lasciano le loro basi italiane. È il 1978: è l’anno in cui si registra un picco di avvistamenti Ufo in tutto il Centro Italia, ma anche l’anno dei misteriosi globi luminosi che emergono dall’ Adriatico terrorizzando i pescatori e mettendo in allarme la Guardia Costiera. Solo una coincidenza?

SABRINA PIERAGOSTINI

Fonte: extremamente.it

Bomba "Tsunami” testata al largo della Nuova Zelanda


Bomba "Tsunami” testata al largo della Nuova Zelanda

Gli Stati Uniti e la Nuova Zelanda hanno condotto test segreti su una “bomba tsunami” progettata per distruggere le città costiere utilizzando esplosioni sottomarine per innescare enormi onde di marea. I test furono effettuati nelle acque circostanti la Nuova Caledonia e Auckland durante la seconda guerra mondiale e dimostrarono che l’arma era fattibile e che una serie di dieci grandi esplosioni in mare darebbero potenzialmente origine a uno tsunami alto dieci metri in grado di inondare una piccola città. 


Progetto Seal, una bomba tsunami progettata per distruggere le città costiere 

L’operazione top secret, nome in codice “Progetto Seal”, servì a testare questo dispositivo da fine del mondo come un possibile rivale della bomba nucleare. Circa 3.700 bombe sono state esplose durante gli esperimenti, dapprima in Nuova Caledonia e poi nella penisola di Whangaparaoa, vicino a Auckland. I piani sono venuti alla luce nel corso della ricerca di un autore e regista neozelandese, Ray Waru, che ha esaminato i documenti militari sepolti negli archivi nazionali.
«Presumibilmente, se la bomba atomica non avesse funzionato altrettanto bene quanto ha fatto, avremmo “tsunamizzato” le popolazioni», ha affermato Waru.
«È stato assolutamente stupefacente. Prima di tutto il fatto che qualcuno se ne fosse uscito con l’idea di sviluppare un’arma di distruzione di massa basata su uno tsunami … e poi che la Nuova Zelanda sembra averla sviluppata con successo fino al punto in cui avrebbe potuto funzionare».
Il progetto fu lanciato nel giugno 1944, dopo che un ufficiale navale USA, E.A. Gibson, notò che le operazioni di brillamento per eliminare le barriere coralline intorno a isole del Pacifico producevano talvolta una grande onda, facendo sorgere la possibilità di creare una “bomba tsunami”.
Waru ha sostenuto che il test iniziale fu positivo, ma il progetto fu poi accantonato all’inizio del 1945, sebbene le autorità della Nuova Zelanda abbiano continuato a produrre relazioni sulle sperimentazioni fino agli anni cinquanta. Gli esperti avevano concluso che le singole esplosioni non erano abbastanza potenti mentre una bomba tsunami ben riuscita avrebbe richiesto circa 2 milioni di chilogrammi di esplosivo disposti in linea a circa cinque miglia dalla costa. 




«Se lo si mettesse in un film di James Bond lo si vedrebbe come una fantasia, ma era invece una cosa reale», ha dichiarato.
«Mi sono imbattuto sul rapporto soltanto perché lo stavano ancora vagliando, quindi era parcheggiato sulla scrivania di qualcuno [presso gli archivi].»
Quarant’anni dopo il test congiunto, la Nuova Zelanda aveva fatto fronte a un collasso spettacolare dei suoi legami di sicurezza con gli Stati Uniti dopo che aveva vietato l’ingresso di navi con armi nucleari nel suo territorio, nel corso degli anni ottanta. La controversia portò gli Stati Uniti a degradare le loro relazioni con la Nuova Zelanda dal livello di “alleato” a quello di “amico”.
Nel suo nuovo libro Secrets and Treasures, Waru rivela altre insolite scoperte provenienti dagli archivi, comprese le registrazioni del Dipartimento della Difesa su migliaia di avvistamenti di oggetti volanti non identificati da parte di cittadini, personale militare e piloti commerciali.
Alcuni dei resoconti sulle luci in movimento nel cielo includono disegni di dischi volanti, descrizioni di alieni che indossano maschere da “faraone” e presunti esempi di scrittura extraterrestre.

Traduzione per Megachip a cura di Pino Cabras.

fonte: segnidalcielo

Archivio