Tra poche ore il Pentagono annuncerà l'azienda che svilupperà il nuovo bombardiere strategico USA. La scelta ricadrà su uno dei due progetti presentati dalla Northrop Grumman e da un team della Boeing / Lockheed Martin. Entrambi potrebbero essere delle ali volanti. Il super bombardiere di prossima generazione dell'aviazione americana (alcuni potrebbero anche essere senza pilota), sta lentamente diventando realtà. Del nuovo bombardiere conosciamo già il prezzo: 550 milioni di dollari ad esemplare per flotta composta da 100 velivoli di nuova generazione ed una spesa complessiva di 55 miliardi di dollari. Il nuovo bombardiere costerà un quarto del B-2, attualmente in forza all'USAF. I ventuno velivoli costruiti ed i costi operativi proibitivi relegano i B-2 più ad aerei di propaganda che a realistici velivoli da combattimento (anche perché non ci sono teatri che richiedono la forza, la potenza e la tecnologia del B-2 dissolta l’Urss). Il timore che incute è però innegabile. Il Long Range Strike-Bomber è considerato una priorità assoluta per l'Air Force. L’aeronautica militare statunitense vuole un bombardiere subsonico a lungo raggio con elevata efficienza aerodinamica, capacità di eludere ogni tipo di difesa aerea ed una RCS (Radar Cross Section) praticamente nulla. Proprio la bassissima segnatura radar è un prerequisito fondamentale del nuovo bombardiere. Oltre all'armamento convenzionale, il futuro bombardiere avrà la capacità di imbarcare testate nucleare ad enormi distanze. Il progetto è classificato dal 2011, ma come si sa, tra lo sviluppo e la sperimentazione e quello che è mostrato all’opinione pubblica c’è un divario di circa 20/25 anni. La prova è data dal fatto che i due nuovi prototipi dell’USAF solcherebbero i cieli da tempo. Da tempo, negli USA, si fotografano strani oggetti (opportunamente e volutamente scambiati anche per ufo). Dai dimostratori tecnologici di nuova generazione al drone stealth RQ-180, dal prototipo dello LRSB alla versione avanzata (sebbene più grande) dell’X-47B. Da non sottovalutare, infine, la pista del camuffamento, utilizzata da decenni da ogni nazione: far credere all'opinione pubblica (o al nemico) cioè, di essere in possesso di chissà quale sistema d’arma per nascondere operazioni ombra o progetti segreti. Una scelta mirata quindi per distogliere l’attenzione da qualcos’altro (o far abbassare la cresta così come avvenne quando fu mostrato l’F-117). Come sempre, sotto i riflettori c’è la base del Nevada Groom Lake, nota anche come Area 51, negli anni al centro di ogni teoria complottistica. La base è divenuta negli anni uno specchietto per le allodole. In molti non sanno, per esempio, che negli USA esistono almeno altre dieci basi come l’Area-51. Nessuno sa dove sono. In pochi sanno che esistono.
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