1 febbraio 2014

«La Nasa sbaglia, su Marte c'è vita»: scienziato fa causa all'agenzia spaziale



NEW YORK – E’ un fungo, non una roccia. E dunque testimonia dell’esistenza di una forma di vita sul pianeta Marte. Con questa certezza, lo scienziato Rhawn Joseph ha fatto causa alla Nasa, accusandola di non aver voluto studiare in modo appropriato la misteriosa forma comparsa dal nulla nelle foto prese da uno dei due rover attualmente al lavoro sul pianeta Rosso.
La forma è stata fotografata da Opportunity, la più “anziana” dei due piccoli laboratori mobili che viaggiano sul pianeta. La Nasa l’ha illustrata e presentata al pubblico proprio nella cerimonia in cui si festeggiavano i dieci anni di Opportunity. E’ stato spiegato che quella roccia, di forma tondeggiante, non era mai stata fotografata in quel luogo. Il responsabile della missione, Steve Squyres, ha detto: “E’ stupefacente, prima non c’era lì”. L’ha descritta come una “ciambella”, e ha spiegato che forse era il resto di una meteorite caduta dopo il passaggio precedente di Opportunity, o forse proprio una pietra smossa da Opportunity stessa.
L’astrobiologo Rahwn Joseph non è affatto convinto di questa spiegazione: “Il rifiuto di fare fotografie ravvicinate da vari punti di vista, il rifiuto di produrre immagini microscopiche dell’oggetto, il rifiuto stesso di rendere pubbliche immagini microscopiche di questo oggetto sono un comportamento bizzarro e negligente”, ha scritto nel ricorso ai tribunali.
Joseph, che ha studiato a lungo le immagini fornite dalla Nasa, sostiene che esse fanno pensare a un apothecium, una specie di lichene. Scrivendo sul sito Journal of Cosmology, l’astrobiologo non trattiene il sarcasmo: “Qualsiasi adulto intelligente, o anche adolescente, o bambino, o scimpanzè, o pure un cane o perfino un topo con un minimo di curiosità si avvicinerebbe e investigherebbe da vicino una struttura a forma di disco che comparisse a pochi centimetri davanti a loro, se dodici giorni prima non c’era”. La Nasa risponde asciutta: “Trovare forme di vita in mondi oltre la terra è ovviamente un impegno importante per la Nasa. Ma ci devono essere prove convincenti”.

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