16 maggio 2014

Scoperto un nuovo esopianeta a distanza record dalla sua stella


Scoperto un nuovo pianeta alieno da record. A stupire è infatti l'enorme distanza dalla sua stella. Si chiama GU Psc b ed è stato individuato da un gruppo di ricerca internazionale. Osservato direttamente grazie alle nuove tecniche di imaging, esso ha conquistato il record dipianeta più lontano dal suo sole mai scoperto.Prendiamo la distanza tra la Terra e il Sole e moltiplichiamola per 2.000. È questo lo spazio che separa il pianeta GU Psc b dalla stella madre GU Psc, nella costellazione dei Pesci. Data questa distanza, occorrono circa 80.000 anni terrestri affinché il corpo celeste possa fare un'orbita completa intorno alla sua stella, l'equivalente del nostro anno.
I ricercatori hanno anche approfittato della grande distanza tra il pianeta e la sua stella per ottenere le immagini combinando le osservazioni dell'Osservatorio Mont-Mégantic(OMM), il Canada - France- Hawaii Telescope (CFHT), il WM Keck Observatory e i Gemini North and South Observatories.
Confrontando le immagini ottenute in diverse lunghezze d'onda, gli strumenti sono stati in grado di rilevare correttamente la posizione del pianeta.
“I pianeti sono molto più brillanti se visti agli infrarossi piuttosto che nella luce visibile, perché la loro temperatura superficiale è più bassa rispetto ad altre stelle”, ha detto Marie-Eve Naud, studente di dottorato del Dipartimento di Fisica della Université de Montréal. “Questo ci ha permesso di identificare GU Psc b”.
Osservare un pianeta a volte non basta per determinarne direttamente la massa. Al contrario, i ricercatori utilizzano i modelli teorici di evoluzione planetaria per determinarne le caratteristiche. Lo spettro della luce di GU Psc b ottenuto dall'Osservatorio Gemini alle Hawaii è stato confrontato con tali modelli per calcolarne la temperatura, pari a circa 800° C. Conoscendone l'età grazie alla sua posizione rispetto ad AB Doradus, il team è stato in grado di determinarne la sua massa, che è 9-13 volte quella di Giove.
Nei prossimi anni, gli astrofisici sperano di individuare pianeti simili ma molto più vicini alle loro stelle ma la vicinanza di questi pianeti alle loro stelle li renderà molto più difficile da osservare. GU Psc b è quindi un modello per una migliore comprensione di questi oggetti.
GU Psc b è un vero dono della natura. La grande distanza che lo separa dalla sua stella permette di essere studiata a fondo con una varietà di strumenti, e ciò fornirà una migliore comprensione dei pianeti extrasolari giganti in generale”, ha concluso René Doyon, che ha collaborato alla ricerca.
Francesca Mancuso

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