11 ottobre 2014

La teoria choc di Marcianò: "Alluvione a Genova di origine artificiale"

Nubifragio a Genova tra il 9 ed il 10 ottobre 2014: ancora vittime innocenti e distruzione. Ancora una volta si tratta di un disastro voluto e di origine artificiale. Infatti in natura non esistono le "celle temporalesche V-Shape auto rigeneranti" (termine subito inventato dai centri meteo nazionali) [1]. E' un fenomeno che è stato puntualmente registrato dal radar Doppler della Protezione civile (che, anche in questo frangente, non ha avvertito la popolazione). E' dunque l'ennesima prova provata che, per provocare il flagello, si è impiegato con tutta probabilità, il TAURUS MOLECOLAR CLOUDS (TMC-65), installato su imbarcazioni, così come si verificò in altre innumerevoli drammatiche occasioni in Italia. E' ormai chiaro l'intento distruttivo perpetrato sulla nostra penisola ad opera di ignoti, con il solo scopo di avvalorare le tesi bislacche di un fantomatico ed inesistente "riscaldamento globale" da biossido di carbonio sì da incoraggiare e legalizzare, fiaccando il morale del cittadino inerme, l'uso della geo-ingegneria.



Nel novembre 2011 prevedemmo, con tre giorni di anticipo, l'alluvione a Genova e nel Levante Ligure (LINK). I metodi adottati allora nell'indurre l'alluvione sono perfettamente assimilabili a quelli del 10 ottobre 2014.
Matteo Renzi ha di recente dichiarato che "bisogna agire in qualsiasi modo per contrastare il riscaldamento globale". I notiziari di regime ripetono che questi nubifragi accadono causa del global warming. Morale? Ci stanno imbrogliando.

Mentre stiamo scrivendo, nel Ponente Ligure, stanno coprendo con scie chimiche igroscopiche. Dalla mappa satellitare si evince chiaramente che concentrano la perturbazione artificiale su Genova e sul Levante Ligure al fine di renderla micidiale.



[1] Le cosiddette "celle auto rigeneranti" violano il secondo principio della termodinamica, poiché in un sistema è impossibile realizzare una trasformazione ciclica il cui unico risultato sia la trasformazione in lavoro di tutto il calore assorbito da una sorgente omogenea, vale a dire che un temporale auto rigenerante richiederebbe un costante apporto di energia che, invece, con il passare del tempo tende a diminuire.


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