L’ex consulente NASA R. Ken Johnston ha lavorato per l’ente spaziale americano ed in particolare per il programma Apollo dal 1969 al 1972. Durante tale periodo egli ha ricoperto incarichi come assistente alla cabina guida con compiti di sviluppo e formazione degli astronauti per conto della Grumman Aircraft, la contraente principale del modulo lunare Apollo. Altro importante incarico svolto da questo personaggio era quello di catalogare e spedire i campioni lunari ai vari laboratori scientifici nonché esaminare tutte le fotografie scattate durante le varie missioni spaziali. Proprio a causa di questo ultimo incarico egli ha avuto tra le mani una gran mole di immagini, alcune delle quali sono state opportunamente conservate dallo stesso nel proprio archivio personale.
L’intero archivio, oggi, è stato donato alI’international UFO Museum and Research Center di Roswell, New Mexico. Il direttore esecutivo del museo Jim Hill, ha voluto a sua volta celebrare la donazione invitando lo stesso Johnston a ritirare una targa commemorativa di ringraziamento (in foto). Durante la cerimonia, Johnston ha fornito al museo anche tre copie digitali dei suoi tre libri, nei quali asserisce che la NASA ha sempre mentito in merito alla presenza di ufo ed alieni. In particolare egli racconta di aver visto numerose immagini originali, successivamente ritoccate, prima di essere pubblicate. Rivela infine che, durante il suo incarico, gli fu ordinato di distruggere almeno cinque serie complete di fotografie, riguardanti varie missioni lunari, che contenevano evidenti presenze non identificate. Di queste una, inizialmente destinata ad università ed istituti di ricerca fu invece opportunamente occultata e fatta sparire, una venne manipolata e successivamente pubblicata (gli originali in questo caso furono fortunosamente conservati da Johnston nel proprio archivio personale) mentre le altre tre furono distrutte e buttate nei cassonetti dell’edificio ove il consulente della NASA svolgeva il proprio incarico.
Ad onor del vero, Johnston aveva già sottoposto le sue foto, nel 1995, al ricercatore Richard Hoagland, durante una conferenza a Seattle. Dopo l’evento, lo aveva avvicinato chiedendogli se fosse interessato ad avere la sua collezione fotografica. Il giorno dopo, stesso Hoagland, dopo averlo visionato il materiale, definì le immagini di scarsissima qualità e di dubbio interesse, rimandandole al mittente senza mezze misure.