12 dicembre 2013

Sicilia: scoperto un vulcano sottomarino ben più grande dell’Etna, con una superficie di 400 km²

Dopo quattro anni di studi ed approfondite ricerche sulla presenza di un vulcano nei pressi dell’area ionica in corrispondenza del catanese, finalmente negli ultimi giorni gli esperti si sono pronunciati. Essi hanno affermato di essere ad una svolta decisiva, poiché è praticamente certa la presenza di un vulcano sottomarino di circa 400 km quadrati, situato al largo della costa ionica, più precisamente nel tratto di mare compreso fra Riposto e Aci Castello.


Il vulcano sarebbe quindi più esteso dell’Etna, addirittura più del doppio, e mostrerebbe un apparato autonomo, nonostante esso sia situato a poche decine di chilometri dall’apparato vulcanico etneo. La straordinaria scoperta è avvenuta ad opera del team di ricercatori della Facoltà di Scienze geologiche dell’Università di Catania, guidato dal professor Giuseppe Patané, docente di Fisica Terrestre.
I risultati dello studio, tutto italiano, sono stati recentemente pubblicati sulla rivista scientifica internazionale Elsevier, ed hanno rivelato clamorosi sviluppi. A cominciare dalla dimostrazione della teoria secondo cui i grandi terremoti, che nel corso dei secoli hanno flagellato l’area ionica della Sicilia, sarebbero strettamente correlati all’attività del gigante sommerso.
Il professor Patané ha affermato: “Le dimensioni dell’edificio vulcanico sommerso sono davvero importanti. L’abbiamo sempre avuto lì, sotto il naso, ma nessuno si è mai accorto della sua esistenza. La struttura, in grande, richiama alla mente le linee dell’Etna, con un enorme sprofondamento sul versante orientale che partendo da 500 metri sotto il livello del mare scende giù fino al piano abissale dove si raggiungono i 2500 metri di profondità. Il diametro massimo della Valle del Bove, l’ampia conca che si trova sul versante orientale dell’edificio vulcanico dell’Etna, è di 7 km; quello della caldera sommersa di questo nuovo vulcano è di 20 km: dunque quasi 3 volte più grande”.
La scoperta è avvenuta per caso, quando gli studiosi hanno preso visione di una carta dei fondali marini della costa ionico-etnea. A balzare subito agli occhi è stata la strana morfologia a “ferro di cavallo” dei fondali marini prospicienti Riposto e Acireale.
Il team ha deciso così di approfondire la questione, utilizzando le carte nautiche della Marina Militare, coadiuvati dal Nucleo Sommozzatori dei Vigili del Fuoco di Catania.

Alla fine, l’elaborazione di tutti i dati raccolti non hanno lasciato dubbi: al largo di Riposto e via via più a sud, fino a Capo Mulini si trova effettivamente un antico vulcano! La struttura del vulcano sottomarino risale a tempi antecedenti a quelli dell’Etna e, al momento, al suo interno non sono stati rivelati segni evidenti di attività. Tuttavia, per gli esperti potrebbe essere realistica la risalita di fluidi caldi.
Le ultime rivelazioni gettano quindi nuova luce sui più grandi eventi tellurici dell’isola, lasciando in campo nuovi interrogativi, ma altrettante risposte.
La scoperta è stata effettuata in un luogo che i pescatori conoscono molto bene: al largo di Riposto, infatti, si erge la cosiddetta “secca”, una vera e propria cresta lunga diversi chilometri, molto simile ai dicchi che si osservano nella Valle del Bove, così come gli stessi si possono osservare lungo la costa acese.
Un dicco è, in geologia, un corpo roccioso costituito da un’intrusione di origine ignea, generalmente ad andamento prossimo al verticale, in una fessura tra gli strati. Verso il largo, si erge un cono a forma di pandoro che potrebbe essere il prodotto di un vulcanismo tardivo; mentre più a sud, vi è la famosa caldera, una depressione formatasi a seguito della demolizione di un grande apparato vulcanico.
Scendendo ancora, si individua una cupola allungata in direzione est-ovest, la cui propaggine si trova in corrispondenza di Capo Mulini, Acitrezza e Aci Castello. I fondali al largo di Acireale custodiscono un antico segreto formatosi oltre centomila anni fa, pronto per essere svelato. Una cosa è certa: la nostra Sicilia non smette mai di stupirci!
 articolo di Cristina Biolcati

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