Gli
alieni hanno distrutto città e terrorizzato gli umani nel regno
della fantascienza per quasi un secolo, ma secondo un professore di
Binghamton, le origini di queste creature sono più razziste che
extraterrestri. In
una conferenza tenutasi il 26 marzo 2014 e dal titolo “Asiatici,
Alieni e Fantascienza“,
il professore assistente nel Dipartimento di Studi Americani e
Asiatici John Cheng ha dettagliato come agli inizi la fantascienza
venne plagiata dalle rappresentazioni razziste di asiatici nella
cultura americana nei secoli Diciannovesimo e Ventesimo. Secondo
Cheng, le preoccupazioni circa la massiccia immigrazione di asiatici
negli Stati Uniti d’America nel Diciannovesimo secolo portò alla
paura pervasiva del “pericolo
giallo“,
e molti americani temettero la “invasione
delle orde asiatiche“.
Gli immigrati cinesi furono spesso raffigurati nella cultura popolare
come operai muti, incapaci perfino di capire perché la carne era
meglio del riso. Nel Ventesimo secolo, questi timori si trasformarono
nel tropo (da
Wikipedia: fatto retorico caratterizzato da trasposizione di
significato)
che Cheng chiama “Genio
Orientale Maligno“,
che, attraverso la sua padronanza della matematica e della scienza,
controllava l’orda asiatica invasiva al fine di rovesciare la
cultura americana. Cheng ha illustrato le analogie tra la visione
bigotta degli immigrati “invasori”
asiatici e la rappresentazione degli alieni che vengono a invadere la
Terra. “Abbiamo
forti collegamenti con gli alieni, ma perché sono sempre minacciosi
e invasori? È perché è da lì che i tropi provengono“,
ha affermato Cheng. Cheng ha indicato due esempi di cattivi altamente
razziali nella fantascienza. In un fumetto del 1928 chiamato
“Armageddon
2419“,
l’eroe Tony Rogers, che sarebbe poi diventato il personaggio di
Buck Rogers, si risveglia dopo 500 anni per scoprire che il mondo è
ormai governato dai “Signori
dell’Aria di Han“,
e si unisce alla resistenza dei combattenti in una guerra “tra
le razze bianche e gialle nella seconda guerra di indipendenza
americana“.
Cheng ha anche sottolineato il fumetto di Flash Gordon del 1934,
destinato a competere con l’esclusivo Buck Rogers, dove il cattivo
è un alieno giallo di nome Ming lo Spietato. Egli è il capo del
pianeta Mongo e indossa vesti mandarino tradizionali. “Quindi
se gli asiatici sono quelli con la tecnologia superiore, come si fa a
mantenere la supremazia bianca?”
domanda Cheng. “La
soluzione è quella di farli diventare extraterrestri“.
Secondo Cheng, la parola “alieno”
come termine che indica un essere extraterrestre non arrivò nell’uso
popolare fino a dopo la Seconda Guerra Mondiale. In precedenza, fu
applicato il termine “marziano“,
oppure gli antagonisti erano semplicemente animali o insetti
provenienti dallo Spazio. Cheng ha affermato che la parola “alieno”
ha implicazioni fortemente razziali, perché fu utilizzata, nello
stesso periodo, per indicare l’esclusione asiatica nel Ventesimo
secolo. Alcuni immigrati asiatici furono classificati come “alieni
non ammissibili per la cittadinanza“.
“Il
punto della discussione sul motivo per cui gli asiatici dovettero
essere esclusi era perché gli asiatici erano così fondamentalmente
diversi dagli americani e quindi non dovevano restare nella
nazione“,
ha detto Cheng . “Diventa
una versione spaziale di una sopravvivenza razziale del più forte“.
Egli
ha osservato che, sebbene gli scrittori di fantascienza e gli artisti
avevano quasi nessun limite su come rappresentare gli alieni, eppure
questi venivano sempre rappresentati come relativamente umani, e
spesso asiatici. Gli artisti vennero plagiati da immagini provenienti
dalla rivista “Villain
Serial“,
dal 1935 e il 1936 come quelle di “The
Mysterious Wu Fang”
e “Dr.
Yen Sin“,
copertine che di solito raffiguravano un nefasto uomo asiatico
vestito in abito tradizionale Manchu intento a mettere in pericolo
una donna bianca. “La
maggior parte delle persone dice che la fantascienza non è razziale,
perché immagina cose provenienti da altri mondi, ma le persone
stanno utilizzando la razza“,
ha detto Cheng. Eric Lee, un giovane doppio laureando in storia e di
studi medievali, pensa che alcuni stereotipi sugli asiatici siano
ancora diffusi nella cultura popolare di oggi. “Penso
che sia altamente commercializzato da Hollywood“,
ha detto Lee. “Non
possono consapevolmente sapere questo, ma sono tuttavia nella fase di
attiva partecipazione della commercializzazione degli stereotipi“.
Cheng è l’autore del libro “Astounding
Wonder“,
sulla fantascienza in due guerre in America.