Lo scontro che fa discutere l’Italia, intervista della redazione di Apocalisse Laica ad Alessandro De Angelis.
Alessandro, in un’intervista a l’altra pagina, il giornalista Giulio Perrotta domanda a Mauro Biglino cosa ne pensa delle tue scoperte su Cristo il Romano, traggo la parte dall’articolo chiedendoti risposta alle accuse che ti vengono mosse:
Domanda di Giulio Perrotta a Biglino:Alessandro De Angelis afferma che dopo aver confuso la figura di Gesù con la figura di Giovanni il Galileo, è sicuro della matrice romana del Cristo: in sostanza, Gesù è figlio di Maria moglie di Erode. Cosa ne pensi di questa scoperta?
Risposta di Biglino: Faccio solo una constatazione. De Angelis ha scritto tre libri su Gesù e in ciascuno dei tre ha presentato le prove – che spesso ha definito inconfutabili e inoppugnabili – su tre tesi diverse: 1) Gesù non è mai esistito; 2) Gesù è esistito e apparteneva alla famiglia di Giuda di Gamala, noto zelota antiromano; 3) Gesù è esistito ed era un romano. Ho concrete difficoltà ad esprimere un parere su queste tre “scoperte inoppugnabili e inconfutabili” perché è evidente che si confutano l’una con l’altra essendo tutte e tre inoppugnabilmente suffragate da prove documentali, storiche, filologiche… Quindi preferisco non pensare nulla.
Grazie a voi di apocalisse laica di permettermi di chiarire la questione. Il libro “La fine del Cristianesimo- Gesù e gli apostoli non sono esistiti” è stato scritto da mio figlio Alessio, ed il sottoscritto si è limitato a poche pagine finali, tra l’altro sottoscritte a mio nome, dove scrivo in chiave romanzata gli accadimenti su Gesù in base alle prove portate da mio figlio. Avendo scritto la prefazione del libro Mauro Biglino, lo scrittore mente sapendo di mentire, o facendo finta che…si sia scordato di aver fatto la prefazione al libro, che ha attentamente letto sapendo anche che tutta la parte relativa a Gesù era stata scritta e sottoscritta da mio figlio non ancora 16enne.
Mi sono occupato seriamente della ricerca sul Cristo storico solamente a partire dal 2014, quando pensai che Giovanni Battista, che ho identificato come figlio di Giuda di Gamala, e Gesù fossero la stessa persona, in quanto sui due personaggi fu creata un’allegoria solare che sovrapponeva le gesta dei due personaggi, ma poi subito dopo trovai la Maria dei vangeli in Guerra Giudaica di Giuseppe Flavio come moglie del re Erode il Grande e da lì partirono le scoperte che ci hanno condotto fino al Gesù romano-egizio, nipote di Cleopatra madre di Maria ed a tutte le parentele con del Cristo con tutti gli imperatori romani del suo periodo. Sembra che Biglino soffra di amnesie visto che quando feci questa scoperta gli telefonai e disse: “Ora si che si spiega tutto caro Alessandro, hai fatto centro”. Chiesi quindi a Mauro di fare una conferenza congiunta a Tivoli alle scuderie Estensi e diede l’assenso, tanto che pubblicammo un post su FB di questa conferenza congiunta. A distanza di soli due giorni, mi avvisò che si tirava indietro in quanto le persone gli chiedevano se ora si occupava anche di Nuovo Testamento, gli feci notare che le persone conoscevano bene sia me che lui e che sapevano che lui si occupava di Antico Testamento e il sottoscritto di Gesù, ma non ci fu nulla da fare. In seguito sul suo gruppo ufficiale fb il suo admin steve null, che non si sa chi sia, cercò di screditare le mie scoperte e dopo averlo confutato pubblicamente tolse il post e furono bannate persone che erano a mio favore. Guarda caso questo episodio avvenne poco prima che uscisse il libro di Biglino dove andava anche sulla figura di Gesù. Cercare di inficiare le scoperte altrui facendo notare come ci sia stato un cambiamento di percorso, dovuto alla ricerca storica che portiamo avanti, è a dir poco ingenuo ed inefficace. Cosa dobbiamo fare con questo nuovo metodo screditare anche tutti gli scienziati di fisica, antropologia o di altri campi di ricerca che in seguito a nuove scoperte hanno rettificato i loro studi? Allora visto che Einstein non centrò la formula della relatività al primo colpo essa non è più valida? Dopo che da quasi due millenni decine di migliaia di ricercatori hanno cercato di scoprire la verità storica su Gesù, una volta scoperto il vaso di pandora si cerca di vanificare le scoperte cercando di screditare il sottoscritto accusandolo di essere un ricercatore intellettualmente onesto che rimette in gioco le sue ricerche iniziali in seguito ad ulteriori scoperte invece di plaudire il fatto che si è giunti alla verità? In questi due anni nessuno ha potuto scalfire queste scoperte, e state certi che se fossero stati nelle condizioni di farlo già le avrebbero confutate.
Alessandro, in questo periodo stai andando sull’Antico Testamento, asserendo cheche il dio biblico Yahweh altri non era che il dio Egizio Amon-Ra, come sei giunto a questa conclusione?
Stavo analizzando le analogie tra Alessandro Magno e Gesù, i due avevano molto in comune. Dopo aver svelato il sangue romano imperiale di Gesù, abbiamo visto che il Cristo era anche di sangue egizio, e la sua discendenza va quindi fino ad Alessandro Magno, fratello di Tolomeo I, dalla cui discendenza si arriva fino a Cleopatra. Maria era la figlia della regina Cleopatra che quindi era anche nonna di Gesù. Inoltre abbiamo scoperto che Giuseppe era il figlio figlio di Alessandro Heli, anch’egli nonno di Gesù, nato dalla relazione di Cleopatra e Marco Antonio. Tolomeo I diventò sovrano d’Egitto dopo la morte di suo fratello Alessandro Magno, di cui era il diacono. Alessandro Magno era chiamato Re dei Re, come Gesù nell’Apocalisse di Giovanni:
Apocalisse – Capitolo 17, 14
Essi combatteranno contro l’Agnello, ma l’Agnello li vincerà, perché è il Signore dei signori e il Re dei Re e quelli con lui sono i chiamati, gli eletti e i fedeli”.
Apocalisse – Capitolo 19, 16
Un nome porta scritto sul mantello e sul femore: Re dei re e Signore dei signori.
Come potete constatare da questi passi, Gesù è chiamato agnello, non solo, nel detto “agnello di Dio che togli i peccati del mondo” si evince la remissione dei peccati tramite la penitenza. L’agnello è il figlio dell’Ariete e della pecora, quindi come agnello di dio Gesù dovrebbe essere il figlio di un Dio-Ariete. Amon era rappresentato prima come toro nero dell’Enneade, Mnevis, nell’inno ad Amon e poi come ariete per il passaggio delle ere. Infatti a Karnak si trova un suo tempio con il viale cerimoniale, dove vi è la prova del fatto che fosse un ariete, animale a capo dello zodiaco, primo segno di primavera il cui elemento è il fuocoprimordiale, origine della creazionedel mondo. Stampe antiche in Negev mostrano che, nel momento in cui erano ancora politeisti, gli Ebrei (?) adoravano il dio YAH (Yahweh) e la sua consorte Asherah o la dea Astarte. In queste stampe, il nome di YAH è spesso associato con un ariete o un toro, mentre Astarte è stata associata con Menorah. Ma la cosa più sconcertante è che nella tomba di Ramses IX Amon-Ra si trova raffigurato con la sua sposa Mertseger, che era la dea protettrice delle necropoli di Tebe e il suo nome significa “Colei che ama il silenzio”. Questa dea era generosa nel perdonare chi a lei si rivolgeva pentito e, in questo caso, lo sanava dal male fisico come Neferabu che fu guarito dalla cecità dalla dea. Per gli Egizi il concetto di peccato non esisteva, in quanto era visto come una disarmonia del caos. Con questa dea, sposa di Amon-Ra nasce il concetto di peccato, pentimento e perdono, da cui il Gesù agnello di dio che toglie i peccati del mondo e che compie il miracolo di ridonare la vista al cieco nel vangelo di Giovanni, ripreso dalla storia della dea Iside:
Passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio. Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare. Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo». Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Và a lavarti nella piscina di Sìloe (che significa Inviato)». Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, poiché era un mendicante, dicevano: «Non è egli quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «E’ lui»; altri dicevano: «No, ma gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli chiesero: «Come dunque ti furono aperti gli occhi?». ]Egli rispose: «Quell’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: Va’ a Sìloe e lavati! Io sono andato e, dopo essermi lavato, ho acquistato la vista»1.
L’atto di mischiare la saliva con la terra è stato ripreso dalla storia della dea Iside, quando, per strappare lo scettro all’ormai anziano Ammon-Ra, Iside raccolse la saliva che il dio perdeva dalla sua bocca insieme a un po’ di terra e la mischiò con la sabbia dando vita ad un serpente.
Anche Alessandro Magno fu raffigurato come ariete figlio di Amon-Ra come si può vedere dalla raffigurazione di questa moneta, che fece coniare per farsi raffigurare come figlio di Amon-Ra.
Lo stesso dicasi per Mosè,
Non solo, Alessandro Magno morì a 33 anni, ed è per questo che fu deciso di ricopiare la data di morte di Gesù da quella del condottiero macedone, nonostante morì in realtà nel 68 d.C., inoltre Alessandro Magno rinnegò suo padre dichiarandosi figlio di Dio (Ammone) e lo stesso fece Gesù, che oltre a dichiararsi figlio di Dio nei vangeli in quattro occorrenze: tre in Mc ed una in Mt; in Mc 12,1-12 con un discorso parabolico, in Mc13,32 ed in Mt 11,27, rinnegò i suoi genitori.
Vangelo di Luca 14,26
Se alcuno viene a me, e non odia suo padre, e sua madre, e la moglie, e i figliuoli, e i fratelli, e le sorelle, anzi ancora la sua propria vita, non può esser mio discepolo.
Ammone era una divinità dell’antico Egitto, propriamente Amôn(jmn.w),nelle trascrizioni greche ‘Αμούν, “Αμμων, ‘Αμοῦς, in copto bohairicoAmûn,di cui si ignorava il nome; i sacerdoti lo interpretarono “il creatore di tutte le cose” e più tardi “colui che occulta il suo nome”, esattamente come Yahweh. Ed esattamente come Yahweh anche Ammone era un toro come possiamo vedere dal grande inno ad Amon-Ra, il Toro di Ionu, il principe di tutti gli dei, il dio buono, il diletto, che dà la vita a tutto ciò che è caldo e ad ogni buon armento.Amon, il cui significato nell’antica lingua egizia era “inconoscibile, nascosto, segreto”. I sacerdoti del tempio ebraico chiamavano il Dio degli ebrei “Yahweh“, un acronimo formato dalle iniziali di quattro parole ebraiche, il cui significato è: “io sono colui che è”. Questo nome/verbo fu una diretta eredità del culto mosaico, ed i sacerdoti di Amon chiamavano il loro dio “inconoscibile” con la frase “Nun Pu Nuk“, il cui significato era: io sono chi sono.
Le corna dell’ariete sono il simbolo dello slancio verso la vita, dell’eterno ricominciare, della perenne rinascita della vita, della luce corrispondente all’inizio della primavera. L’Ammone greco, venerato da Alessandro Magno, derivava dall’Amon egizio. Nella bibbia l’ariete è sacrificato da Abramo al posto del figlio Isacco, e Gesù è l’agnello sacrificale che ritualizza il mito nella storia cristiana attraverso il battesimo dove Giovanni li consacra ad agnello e figlio di Dio, ovvero il dio Amon:
Vangelo di Giovanni Capitolo 1,29
Il giorno dopo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: «Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!
Gioele o Yah’El, o Giaele, il signore di giustizia, Re dei Re o re Eterno trae origine dall’ebraico יוֹאֵל (Yo’el),è il nome del profeta della Bibbia Elia, in greco Ιωηλ (Ioel) e in latino Iohel, composto dalle parole Yeho o Yah, che è l’abbreviazione di Yhwh, e El o Dio: “YHWH è Dio”. Il nome Giaele deriva dall’ebraico Ya’el e ha il significato di “capra di montagna, capra selvatica, stambecco, ovvero l’ariete” oppure in senso lato di “colei che ascende, ascendente”, come fa Gesù nei passi evangelici della trasfigurazione nel Vangelo di Marco Capitolo 9, 2-8; Matteo – Capitolo 17, 1-8; Luca – Capitolo 9, 28-36
I nazareni si ritenevano i custodi ed i continuatori della religione di cuiMosè’ fu il precursore: il culto di Amon-Ra, che aveva ripreso dall’Egitto quando fu costretto a fuggire per scampare alle persecuzioni cui furono oggetto i sacerdoti del culto di Aton. Mosè nel Targum, viene definito yahudae, e gli yahud erano i sacerdoti del culto di Aton, che doveva essere soppiantato dal culto di Amon-Ra in quanto rappresentava il passaggio dall’era del toro a quella dell’ariete. Mosè era egiziano,ed il suo stesso nome ne denuncia l’origine egizia: Moshe = figlio di = fanciullo.
Per la Bibbia Mosè significherebbe “salvato dalle acque” a ricordo del suo miracoloso ritrovamento nel Nilo e l’ebraico Moshè ha assonanza col verbo “trarre fuori”, ma la radice egizia “Moses” significa figlio di o generato da, e ne sono esempi Thutmosis o Ramses figlio di Toth e di Ra, anche se nel caso di Mosé manca il padre, che evidentemente andava nascosto per non far capire chi era il personaggio. Michelangelo realizzò la statua di Mosè con le corna, in quanto nella Bibbia vi è scritto che Mosè quando discese dal Sinai con le tavole della legge, aveva il volto splendente e due raggi partivano dalla sua fronte, ed usa “KRN”, in quanto la parola raggi si ottiene da KaRaN, ma se al posto della vocale A mettiamo la E, otteniamo “KeReN” ovvero “corna”. Quindi ai tempi di Michelangelo, gli ebrei sapevano che parola che appariva nella storia dell’Esodo era Keren, tanto che Girolamo tradusse con “esse cornutam” il passo di Mosè in Esodo 34-35
I Cananei chiamarono gli ammonitiEverim che in ebraico voleva dire quelli al di la del fiume. I sacerdoti Yahud, giudei, furono seguiti nell’esodo dagli “Apiru”,che vengono menzionati in alcuni monumenti Egizi, e in uno di questi trovaronouna scena che raffigurava uomini che lavorano ad un pigiatoio per il vino, con un’iscrizione che recita: “Estrazione del vino degli Apiru”. Il nome Apiru balzò subito agli occhi degli studiosiche videro immediatamente la somiglianza con la parola Ebrei,facendo subito collegarela scena raffigurante il loro lavoro manuale, come descritto nell’Esodo a riguardo del popolo Ebraico sotto schiavitù in Egitto.Gli Ammoniti venivano chiamati dai Cananei che si trovano sul lato occidentale del Giordano, Everim (eberim),‘Eberim/Everim Ha-Nahar’, (o ‘Eb’rim/Ev’rim ha-Nahar),vuol dire quelli di là del fiume, cioè il Giordano.Con il tempo i cananei si fusero con gli ammoniti per dare origine ad una nuova etnia: gli “ebrei”, e lo stesso successe per le tribù israelitiche dell’alta Galilea.
Ricerche tratte dal libro Cristo il Romano, edito da Altera Veritas ed acquistabile su http://www.macrolibrarsi.it/libri/__cristo-il-romano-libro.php
Fonte: http://apocalisselaica.net