25 aprile 2016

La NASA spiega finalmente gli strani avvistamenti UFO segnalati dalla stazione spaziale


Visto che la NASA permette a chiunque di visualizzare in tempo reale il flusso video trasmesso dalle telecamere allestite a bordo della ISS, molti cacciatori di anomalie spaziali ne approfittano per dedicare molto del loro tempo nel cercare di dimostrare le ripetute ingerenze in prossimità della Stazione Spaziale di presunte navicelle spaziali di fattura aliena.


L'agenzia spaziale degli Stati Uniti di solito si è dimostrata particolarmente restia nel fornire spiegazioni per via del crescente numero di bizzarre richieste tutte riconducibili a una moltitudine di segnalazioni relative alla comparsa di strani oggetti volanti non identificati ripetutamente immortalati dalle telecamere streaming. Le mancate e tardive delucidazioni da parte degli esperti non hanno fatto altro che alimentare ulteriormente le teorie della cospirazione e il cover-up. Sul sitoExpress.co.uk è stato pubblicato in esclusiva un articolo attraverso il quale si spiega che il fenomeno in questione deve essere ricondotto a un erronea interpetrazione di alcuni effetti ottici facilmente spiegabili. 
Un esperto forense nell'esaminare i filmati streaming trasmessi dalla ISS attraverso i quali si possono osservare dei presunti UFO, ha affermato di essere in possesso di quegli elementi atti a dimostrare definitivamente che le strane anomalie luminose rilevate nelle immediate vicinanze della Stazione Spaziale Internazionale altro non sono che dei riflessi provocati dalla luce del sole, meglio conosciuti come lens flares . 
Tabatha Thompson, un portavoce della NASA, ha affermato che il video pubblicato su ValueWalk.co.uk mostra una serie di feed in cui gli schermi delle telecamere vengono oscurati e messi in stand by attraverso l'apposizione di uno sfondo azzurro corredato da una scritta con la quale si avverte l'utenza che le trasmissioni sono temporaneamente sospese a causa di un guasto tecnico. 
L'esperto della NASA afferma che spesso la stazione esce fuori dalla portata delle telecamere di monitoraggio e dalle antenne dei satelliti utilizzati per inviare e ricevere dati video, audio e la telemetria trasmessa quotidianamente dalla stazione spaziale. L'esperto aggiunge che ogni volta che viene perso il segnale video, esso viene subito interpolato su una maggiore larghezza di banda, chiamata KU. Se a rilasciare queste spiegazioni è un funzionario della NASA allora non c'è da stupirsi che molti le possano reputare fuorvianti e di dubbia attendibilità.

Archivio