21 aprile 2016

Ottobre 1974:quando un pilota argentino precipitò per colpa di un UFO

A riportare questo strano incontro ravvicinato avvenuto nei cieli argentini nel lontano mese di ottobre 1974 è il prestigioso sitoinexplicata attraverso il quale viene rispolverata una vecchia storia che con novizia di particolari ricostruisce i fatti relativi una serie di intrusioni aeree, che fino ad oggi non hanno ancora ottenuto una spiegazione accettabile.
Gli incontri ravvicinati si sono verificati in due occasioni diverse nel mese di ottobre del 1974, durante dei voli di prova per la commemorazione del 26° anniversario dell'Aeronautica e dell'ente spaziale Argentino .
Il 23 di quel mese, un cacciabombardiere Douglas A-4B "Skyhawk", pilotato dal tenente José Van Cervo, andò a schiantarsi nelle vicinanze di Maria Teresa a sud della Provincia di Santa Fe. La fortuna volle che il pilota riuscì ad attivare il suo seggiolino eiettabile, salvando così la vita.

Secondo le informazioni fornite da un testimone non meglio identificato che vive nella città di Venado Trento, l'intrusione aerea sarebbe stata osservata anche da un gruppo di residenti locali i quali, successivamente, confermarono di aver assistito alla comparsa di un oggetto volante di grandi dimensioni, pochi istanti prima dell'incidente che fu testimoniato anche da alcuni contadini che allo stesso modo confermarono di aver osservato il volo di uno strano aereo militare che sembrava essere accompagnato da un'altro enorme oggetto volante dall'aspetto discoidale il quale svanì subito dopo in una manciata di secondi. 
Alla luce di questi fatti, le autorità militari decisero di condurre delle accurate indagini al fine di accertare meglio ciò che avevano visto i testimoni, e per quanto possibile, identificare lo "strano velivolo " che i residenti locali avevano collegato all'incidente aereo.
Ciò non toglie che l'atteggiamento inusuale adottato dal tenente Van Deer potrebbe sembrare alquanto curioso. Nella sua concitata conversazione telefonica dalla stazione ferroviaria di María Teresa, egli fece intuire di essere stato vittima di alcune inspiegabili avarie meccaniche provocate da misteriosi fenomeni elettromagnetici. Sulla base delle informazioni fornite da Van Deer, che poco prima delle avarie elettroniche si trovava all'interno della cabina di pilotaggio, sembrò come se l'intero velivolo fosse stato magnetizzato da un immane forza sconosciuta. Alcune parti della concitata e frammentata conversazione telefonica tra il pilota e i membri dell'Air Force Argentina furono intercettate da un addetto radio che all'epoca prestava servizio presso il cantiere Belgrano "Rosario Norte". L'incidente fu subito avvolto dalla massima segretezza come se le Autorità non volessero far trapelare notizie affrettate e fuorvianti. Inoltre a un testimone fu espressamente ordinato di non rivelare ciò che aveva visto , anche se tali avvertimenti non gli impedirono di essere rimosso dal servizio sei settimane più tardi. Il secondo incidente, quello del 24 ottobre 1974 vide coinvolto il Capitano Eduardo Isern il cui caso fu esaminato dal ricercatore Nicolás Ojeda, che consegnò tutti i suoi file a un team di ricercatori argentini. Il collegamento di una serie di eventi non sono stati sufficienti per dimostrare la rilevanza della tragedia. Piuttosto, sembra che vi sia stato un fattore sconosciuto come se il suo scopo mirasse a nascondere la vera causa della scomparsa fisica della vittima. Secondo alcuni testimoni affidabili, il corpo del pilota scomparve prima ancora che il suo aereo si disintegrasse sulle acque del fiume Paraná. L'incidente fu attribuito a un guasto della turbina del Douglas A-4B impiegato durante i test di prova in vista della sfilata dell'Air Force Day Argentina, che doveva aver luogo in prossimità del Monumento alla Bandiera. Consapevole del fallimento, e sperando di evitare una catastrofe qualora il caccia fosse precipitato sulla città, il capitano Isern puntò il velivolo verso il fiume, dirigendosi verso una zona disabitata dell'isola per poi catapultarsi dall'abitacolo prima che l'aereo si disintegrasse a terra.
Secondo alcuni rapporti ufficiali il pilota sarebbe stato trascinato dalle acque scomparendo per sempre tra i vorticosi flutti scomparendo nel nulla nonostante le intense ricerche condotte per giorni dopo che il pilota fu visto precipitare in prossimità di Espinillo a circa 300 metri dalla riva.
Quello che scoprirono i soccorritori era una un lungo solco di circa 7 metri e largo 0,80 metri il quale terminava in un cratere profondo circa un metro, provocato probabilmente dall'impatto del jet militare senza equipaggio che a seguito dello schianto esplose in mille pezzi. Cosa avvenne veramente quel giorno rimane ancora un mistero, anche se nel corso degli anni sono circolate un'infinità di teorie più o meno fantasiose, nessuna delle quali corroborate da indiscutibili elementi di prova che avrebbero dovuto spiegare le vere cause dell'incidente aereo.

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