21 aprile 2016

Scienziato USA: “Rilanciare l’ufologia scientifica”

Antonio Paris è professore di astronomia presso il St. Petersburg College, in Florida. Inoltre è candidato astronauta per il Project PoSSUM’s Suborbital Mission della NASA; è direttore del Planetarium and Space Programs presso il Museo della Scienza e dell’Industria e capo scienziato presso il Centro di Scienza Planetaria – un programma di sensibilizzazione scientifica che promuove non solo le scienze planetarie, ma anche l’astronomia e l’astrofisica per la prossima generazione di esploratori spaziali. Nel 2015 ha ottenuto la laurea per il NASA’s Mars Education Program al Mars Space Flight Center, Arizona State University e, attualmente sta costruendo una rete di radiotelescopi per la ricerca galatticaGià ufficiale dell’intelligence dell’Esercito statunitense, ufficiale di fanteria, paracadutista, è stato premiato con una medaglia a forma di stella di bronzo al Valor Militare in Iraq. Ma l’aspetto che è più intrigante è quello di essere il fondatore e direttore del gruppo API(acronimo che sta per The Aerial Phenomenon Investigations Team), composto da alcuni ricercatori nell’ambito scientifico che ha il compito di studiare gli UFO o UAP (Unidentified Flying Objects o Unknown Aerial Phenomena). Il compito principale di Paris è quello di “rilanciare“, dal punto di vista scientifico, “l’ufologia nel Ventunesimo secolo“. Compito arduo, ma Paris è deciso e tenace nel suo scopo. In una intervista rilasciata qualche tempo fa su inverse.com, Paris afferma, rispondendo alla domanda se ci fossero extraterrestri in visita sulla Terra, che “al momento non c’è ancora una prova incontrovertibile. Seppur non impossibile, nei casi che abbiamo finora analizzato non abbiamo riscontrato nulla di anomalo. Non sto dicendo che gli alieni non esistono, ma le prove riscontrate dalle nostre indagini, fino ad ora, non hanno portato a questa soluzione“. Per aprire una inchiesta, un rapporto presentato al The Aerial Phenomenon Investigations Team deve soddisfare quattro di questi cinque elementi: 1) Il caso deve essere recente, circoscritto di solito tra un anno, un anno e mezzo. Casi più datati non aiutano molto. 2) Si ha la necessità di avere più testimoni per corroborare le informazioni. Ciò non vuole dire, ad esempio, avere quattro persone all’interno della stessa automobile, ma qualcuno che vede un UFO in un punto, e poi qualcun altro che lo vede all’altro capo della città, riportando la stessa cosa, nello stesso giorno. 3) Ci deve essere una prova, non solo testimoniale. Deve esserci qualche foto, video, notizia o rapporto dei media che corrobori il caso. 4) Il caso deve accadere durante le ore diurne. Molti di questi casi UFO avvengono nelle ore serali, tutto ciò che si avvista è una svolazzante striscia di luce, ma non si avvista in realtà un velivolo vero e proprio. 5) L’evento UFO non deve avvenire all’interno, o nelle vicinanze, di una installazione militare, uno di quei luoghi in cui ci potrebbero essere droni o altra roba top secret. Inoltre, anche se un caso può essere interessante, ottenere l’accesso per una zona segreta è praticamente impossibile. Ogni volta che è stato richiesto, è stato sempre negato. Quindi se si mettono assieme quasi tutti questi fattori, il caso diventa davvero degno d’attenzione per un’analisi scrupolosa.

Tra i casi analizzati e che non ha trovato alcuna spiegazione plausibile, Paris cita quello di un avvocato giurista. Il testimone si trovava all’interno e alla guida della sua auto in prossimità di Camp David, a Washington D.C., procedendo verso casa. Improvvisamente la sua auto si fermò in mezzo alla strada. Una volta sceso dalla macchina, il testimone, del quale Paris – per ovvi motivi – non vuole fornire le generalità, vide un “enorme triangolo di colore nero“ muoversi sopra la sua autovettura senza emettere quasi alcun rumore. Udì soltanto un lento ronzio provenire dal basso dell’oggetto, che definì “metallico“. Paris, e il suo team di ricercatori, intervistò l’uomo con una lunga serie di domande, il quale raccontò che “fu propenso ad andare in macchina e prendere il suo I-Phone, ma era così ipnotizzato che egli non riuscì a raggiungere il suo telefono“. Il lavoro di Paris e del suo team sta cominciando per fortuna ad attirare le simpatie di altri colleghi scienziati, i quali “non lo definiscono scienziato pazzo“, perché il lavoro compiuto è degno di essere preso in seria considerazione. Concludendo, il The Aerial Phenomenon Investigations Team (dalla mente scettica ma aperta a qualsiasi conclusione) afferma che “dopo (…) anni di indagini condotte, la missione della API non è mutata. Gli obiettivi sono sempre quelli di condurre una ricerca sistematica di dati, al fine di determinare se un avvistamento UFO o presunto rapimento alieno non possa essere attributo a un oggetto costruito dall’uomo, fenomeno naturale o bufala. (…) Dopo (…) anni di centinaia di indagini approfondite sugli UFO, non abbiamo trovato alcuna prova di visite extraterrestri. Tuttavia, i risultati delle indagini della API non significano che la vita extraterrestre non esista o, se è per questo, che la vita extraterrestre non abbia visitato il nostro pianeta. Abbiamo identificato la maggior parte degli UFO come oggetti terrestri, chiudendo pochissimi casi nei files “non identificati””. Lentamente, quindi, il “cambio di paradigma” riguardante l’accettazione dell’ufologia come scienza continua a piccoli, ma decisi, passi.


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